Omelia (18-11-2006)
mons. Vincenzo Paglia


Gesù, per sua esperienza personale, sa che il Padre sempre lo ascolta: "Padre ti ringrazio che mi hai ascoltato, io sapevo che sempre mi dai ascolto", dice davanti alla tomba di Lazzaro (Gv 11, 41-42). Egli vuole che i discepoli siano certi, come lo è lui, che la preghiera viene sempre ascoltata dal Padre. E narra loro la parabola di una povera vedova che chiede giustizia ad un giudice. Questa vedova, simbolo dell'impotenza in una società come quella del tempo di Gesù, con la sua insistenza presso il giudice, disonesto e duro di cuore, viene alla fine esaudita ed ottiene giustizia. Quanto più ascolterà voi, sembra dire Gesù ai discepoli, il Padre vostro dei cieli che non solo è giusto ma ha un cuore grande e misericordioso? Il Vangelo vuole convincerci in ogni modo della forza e della potenza della preghiera: quando essa è insistente si può dire che obbliga Dio a intervenire. Per questo l'assiduità nella preghiera è la prima opera del discepolo ed in essa è la sua forza.