Omelia (30-11-2006)
mons. Vincenzo Paglia


Il brano evangelico parla del destino di Gerusalemme. E a noi viene in mente l'attuale condizione di Gerusalemme, dove la comunità cristiana ha iniziato a muovere i suoi primi passi, anche se presto contrastati, come suggerisce Luca. Oggi, Gerusalemme è la città delle tre religioni: ebraismo, cristianesimo e islam. Eppure con difficoltà sembra trovare pace. Non possiamo dimenticarla; anche per noi sono vere le parole del salmo: "Si attacchi la lingua al mio palato se mi dimentico di te Gerusalemme" (Sal 137, 5-6). La visione della Gerusalemme celeste (Apocalisse), ove tutti i popoli si ritrovano attorno all'unico Dio, ci tiene ancor più legati a questa città e, attraverso di essa, a tutte le città degli uomini. L'attuale disordine del mondo, che provoca "angoscia di popoli in ansia", spinge i credenti ad "alzarsi e a levare il capo" perché il Figlio dell'uomo è vicino, è venuto anzi ad abitare in mezzo agli uomini. Egli può indicare a tutti il cammino della pace. È nostra la responsabilità di mostrare al mondo il Vangelo dell'amore.