Omelia (12-11-2006)
Omelie.org (bambini)


* Qualche volta vi capita, penso, di comprare qualcosa da soli, vero? Allora ditemi: che cosa si può comprare con 50 centesimi? Se avete in tasca solo e soltanto 50 centesimi, cosa potete comprare?
Un gelato? Un biglietto per il cinema? Un pacchetto di figurine? Delle gomme da masticare?... Uhmm, tutte queste cose costano più di 50 centesimi... Non si può comprare molto con soli 50 centesimi...

* E se uno ha fame, molta fame, e solo 50 centesimi in tasca, che cosa può comprare?
Certo, non una bistecca e neppure una pizza, però... può comprare il pane.
Una bella pagnottella calda e morbida che aiuta a tenere lontana la fame!
Allora: tenete a mente questo che abbiamo appena stabilito insieme: se ho molta fame e solo 50 centesimi posso sopravvivere comprando del pane. Siamo d'accordo?
Benissimo.
Adesso possiamo soffermarci su quello che ci racconta l'evangelista Marco in questa domenica.
C'è Gesù seduto nel Tempio, ad insegnare, e la gente intorno a lui si ferma ad ascoltarlo. Avviciniamoci anche noi, mettiamoci in modo da non perdere neppure una parola di quello che Gesù insegna.
Di fronte a lui, nel Tempio, c'è un grande recipiente in cui la gente del popolo lascia la propria offerta in elemosina.
Anche noi cristiani, durante la Messa, raccogliamo le offerte per i bisogni della comunità: di solito, ci sono persone che passano tra i banchi con un cestino... lo avete tutti presente, ne sono convinta!
Nel Tempio, a Gerusalemme, venivano raccolte le offerte, ma in un altro modo: il recipiente era posato in un punto, sempre lì, allo stesso posto, e chi entrava nel Tempio lasciava cadere le sue monete.
Solo monete, certo, perché al tempo di Gesù le banconote non esistevano e tutto il denaro era costituito da monete: d'oro le più preziose, d'argento, di rame o di ferro.
Ora, immaginate la scena: entra una persona ricca e tira fuori tante monete dalla sua borsa. Le lascia cadere con un gesto ampio, dall'alto, e le monete, cadendo le une sulle altre, tintinnano: din din din... Siccome sono molte, il suono è forte e tutti si voltano e si accorgono: - Hai visto quello? Hai visto quante monete ha gettato nel tesoro del Tempio? Lui sì che è bravo! Lui sì che è generoso! E chissà com'è ricco!-
Gesù, dal suo punto di osservazione, vede questa scena ripetersi molte e molte volte. Sa bene che nel cuore di alcuni che con tanta ostentazione gettano le monete nel tesoro, non c'è solo la volontà di fare l'elemosina e aiutare gli altri. C'è anche il desiderio sottile di essere notati, ammirati, di ricevere dei complimenti.
Gesù osserva e non dice nulla, non commenta quando i ricchi lasciano cadere tante monete nel tesoro del Tempio. Sembra quasi che non ci faccia caso, che non vi dia importanza.
Poi, arriva una donna.
È vedova, lo si capisce da come è vestita.
Certamente è povera, anche questo si vede subito.
In tasca ha solo poche monetine, due spiccioli, che più o meno corrispondono ai nostri 50 centesimi. Potrebbe comprarsi del pane e star tranquilla per il pranzo e la cena di quella giornata, ma ha deciso di portare anche lei la sua elemosina. Preferisce digiunare, per quel giorno, e offrire il suo piccolo dono a chi ha meno di lei. Mangerà domani, se tutto andrà bene. Per il momento, rinuncia alla sua piccolissima sicurezza.
Lascia cadere nel tesoro la sua monetina, che naturalmente non fa rumore, piccola com'è, e nessuno si accorge di quella piccolissima offerta.
Nessuno se ne accorge? Bè...Gesù sì!
Gesù si accorge del gesto della povera vedova e il suo cuore ha un balzo d'amore verso questa donna!
Sentite come lo racconta l'evangelista Marco: Gesù chiama gli apostoli e i discepoli, richiama la loro attenzione perché è una cosa importante quella che vuole dire. Infatti Gesù, per iniziare il discorso, sceglie l'espressione solenne che adopera ogni volta che insegna qualcosa di molto molto importante: "In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere".
Anche noi, che siamo intorno a Gesù e lo ascoltiamo con attenzione, ci lasciamo contagiare dal suo entusiasmo e ci voltiamo per vedere la vedova generosa. Ma lei si è già allontanata, silenziosa e discreta in ogni suo gesto. Di certo non si è accorta delle parole ammirate che il Maestro Gesù ha pronunciato per lei.
Ha compiuto il suo gesto di offerta senza mettersi in mostra, anzi, cercando proprio di non farsi notare, timorosa che qualcuno potesse deriderla per un'elemosina così piccola.
E Gesù non ha parlato con lei, ha parlato con i discepoli.
A questa donna, povera e generosa, Gesù sa che non ha altro da dire: il gesto di lei è più eloquente di ogni discorso e dice tanto della sua anima e del suo modo di vivere.
Gesù parla invece ai discepoli e a noi, che siamo qui, in mezzo alla folla. Quella folla che magari, poco fa', si è entusiasmata per i ricconi che hanno gettato nel tesoro molte monete.
E Gesù capovolge la prospettiva: non conta il numero delle monete, conta quanto vale il dono che viene offerto!
I ricchi, che hanno dato tante monete tintinnanti, sapevano di avere ancora tante altre monete in tasca e molte di più a casa! Non avevano la preoccupazione di cosa mangiare in quel giorno!
La vedova, invece, ha dato la sua unica ricchezza, ha messo in gioco sé stessa, ha offerto ciò che le serviva per vivere.
A Gesù non interessa l'apparenza, il rumore delle monete sonanti, non gli importa dei gesti che suscitano i complimenti di chi osserva: a Lui interessa quello che c'è nel cuore.
Per Lui, che ci ha amati, dando tutto se stesso, vale un amore che ama dando tutto di sé. Proprio come la povera vedova.

* Restiamo ancora qui, intorno a Gesù, tra i discepoli che hanno ascoltato le sue parole.
Abbiamo visto la gioia dipingersi sul volto del Maestro nel notare il gesto d'amore della donna. Sostiamo ancora in silenzio, pensando alla settimana che ci aspetta: noi di certo non siamo chiamati in questo momento, a dare tutto quello che abbiamo, ad offrire in elemosina gli ultimi 50 centesimi che ci permettono di mangiare... però ci sono ogni giorno piccoli gesti che ci pesano, che sembrano troppo faticosi: possiamo offrire quelli! Come? Per esempio, fare per bene i compiti, senza bisogno che i genitori ci chiamino mille volte. Oppure interrompere un gioco per fare un piccolo servizio in casa... lasciare in ordine la cameretta...condividere con gli amici una merenda o un nuovo gioco...
Piccole cose, certo, proprio com'è piccola una moneta da 50 centesimi. Offriamo volentieri queste piccole cose, sapendo che Gesù è attento ad ogni gesto, anche il più piccolo.

Commento a cura di Daniela De Simeis