Omelia (06-11-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Io sono tranquillo e sereno come un bambino svezzato in braccio a sua madre.

Come vivere questa Parola?


Il salmo responsoriale odierno richiama con forza il tema dell'infanzia evangelica, così importante da capire e da vivere, fuori da ogni infantilismo spirituale. Qui l'accento va messo sull'aggettivo "svezzato". Se ne capisce il senso, pensando all'uso delle madri che non svezzavano il bambino prima dei due o tre anni d'età. Il momento dello svezzamento è duro, ma importante. Il bambino deve capire che la mamma lo ama come prima, abbandonandosi nelle sue braccia "tranquillo e sereno", perché ciò che la mamma vuole è la sua crescita. Così anche il rapporto cambia: non è più imposto dall'istinto ma dal fatto che il bimbo impara ad amarla come persona, non come fonte di cibo.
Così è nel nostro rapporto con Dio.
Siamo certi del suo amore, ma si tratta di accettare lo "svezzamento", cioè un certo suo opporsi alle nostre voglie naturali per una crescita che ci consenta un amore meno asservito alla sensibilità, più vero e più profondo, più sereno in ogni situazione e più disponibile a vivere "in tutta umiltà" (cfr. 1^ lettura Fil 2,1-4) cercando il bene dei fratelli nell'amore del tutto gratuito. "E sarai beato", dice il Vangelo odierno, "quando non ricevi contraccambio".

Oggi, cercherò un momento contemplativo per visualizzare l'immagine del bambino "tranquillo e sereno" e m'identificherò a lui abbandonandomi, in piena fiducia, nelle braccia di Dio-Amore.

La voce di un antico Padre
Quando Dio vedrà che ti affidi a Lui in semplice abbandono più che a te stesso, allora una forza a te sconosciuta ti abiterà. E sentirai in tutti i tuoi sensi spirituali la potenza di colui che è con te.
Isacco di Ninive