Omelia (06-11-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo». Come vivere questa Parola? Sono parole affilate come lama, dure più dell'acciaio. Non si può, a un primo approccio, non esserne sconcertati. Ci sembra anzi di cogliere una contraddizione di fondo. Nello stesso Nuovo Testamento si dice che solo chi ama conosce Dio e dimora in Dio; che chi ama è generato da Dio e Dio abita in lui, che chi ama i "fratelli" è passato dalla morte alla vita. Bellissimo! Ma che senso dunque ha proclamare poi l'odio, per di più per i parenti più stretti e per la propria vita? Non bisogna edulcorare la traduzione, il linguaggio. Invece è il caso di penetrarne il senso vero, profondo. Molta gente seguiva Gesù ma con la stessa religiosità esteriore con cui anche oggi molti sono cristiani. Accogliere i messaggi consolatori del Signore, dichiararsi dalla sua parte per ottenere grazie a tutto spiano e accomodarsi dentro una pratica che ti assicura certi beni, soprattutto riguardanti il "qua e ora". No, Gesù "si voltò" e proferì queste parole che contraddicono quel modo di seguirlo. E propone l'esempio di chi, dovendo costruire o far guerra, deve prima fare i conti per vedere se quanto ha gli basta per portare a termine l'edificio, o nel caso della guerra, se ha truppe e armamenti sufficienti per combattere fino alla vittoria. Qual è dunque il capitale necessario, l'equipaggiamento indispensabile? Gesù lo dice subito dopo: "Chiunque non rinuncia a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo". La chiave di volta è il distacco. E proprio il distacco da ogni egoico possesso assicura la veracità, la libertà, lo splendore dell'amore. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito Santo di vedere se in me c'è questo tendere deciso al distacco da ogni possesso. Cerco forse ogni comfort? Quello affettivo, quello dell'appoggio gratificante oppure come Gesù, amo quelli che mi sono cari senza cedere a volerli "possedere"? Li amo dunque veramente? Per Dio e per loro stessi? La voce di un autentico pastore Signore, donaci il coraggio di entrare nella logica della nudità. Vorrei tanto spiegarla anche alle comunità cristiane, al cui interno ci si frantuma spesso per problemi di prestigio, ed è più facile rinunciare alla ricchezza dei beni che a quella del proprio punto di vista. Antonio Bello |