Omelia (12-11-2006)
don Ricciotti Saurino
Ticket

La nostra generosità nei confronti dei fratelli è spesso proporzionata ai nostri averi, nel senso che stiamo attenti a non sforare nelle elargizioni e a conservare integro il capitale. Infatti, se qualcuno ci chiede qualcosa, badiamo bene a non esaurire le nostre scorte e ci limitiamo ad un intervento che non intacchi la nostra sicurezza, ci accontentiamo di un 'ticket' che garantisca la nostra partecipazione... proprio come quel contributo minimo che versiamo alla Sanità!
Tanto basta per quietare la coscienza e dire che abbiamo fatto qualcosa...
Sì, conosciamo bene la perfidia umana, l'imprecisione nella restituzione, e soprattutto sappiamo quanto sia difficile salvaguardare i nostri interessi... perciò usiamo sagge misure di sicurezza e di prudenza nei confronti dei nostri simili!
Con Dio è un'altra cosa... o, forse, peggio! Più ottimismo o meno affidamento? Non saprei... ma col borsellino scherziamo poco anche con Lui!
Prima di tutto siamo convinti che Egli si accontenti sempre, un po' perché sa quanto siamo tirchi, un po' perché trova comunque il modo per arrivare ai suoi fini, conoscendo illimitati canali, e poi... il Suo giudizio non è che ci solleciti quanto il giudizio scrutatore della gente!
Apre più il portafogli una gara di solidarietà con tanto di nome che l'anonimato, unge di più un riconoscimento ufficiale che un 'grazie' in sordina, riempie di zeri più una busta intestata che il cestino delle offerte.
Eppure, se scoprissi la persona che mi fa trovare periodicamente un biglietto sotto la porta della sacrestia... forse anch'io la riempirei di salamelecchi, facendole perdere il merito di quel gesto discreto, e insozzerei, goffamente, quel cartoncino sul quale delicatamente scrive: "per le esigenze della mia comunità!"
Forse arrossirei conoscendo le sue necessità, rimarrei sbalordito sapendo quanto stenta ad arrivare a fine mese, tenterei di rispedire al mittente la somma con la scusa che non ci sono bisogni immediati, ma mi emozionerei di fronte alla sua fede che riempie sistematicamente il vuoto economico provocato da quell'offerta...
Eppure, sono questi i miracoli sconosciuti agli occhi curiosi della gente, che sospetterebbe subito di traffici illeciti o più benevolmente di tesori nascosti, sono questi i miracoli che inumidiscono di commozione gli occhi di Dio e Lo sollecitano a una gara di generosità che non ha pari.
Poiché, se noi già siamo prudenti, dispensiamo Lui dall'essere la nostra Previdenza... Se già sappiamo fare bene i nostri calcoli e i nostri giochi in borsa, Lo esoneriamo ufficialmente dalla vigilanza... Se già conteggiamo e proteggiamo gli interessi, Lo svincoliamo da supplementi di benevolenza gratuita...
E' il rischio dell'abbandono fiducioso che non vogliamo correre, convinti di giocare il certo per l'incerto, il tangibile per l'insicuro, il contante custodito per il 'contabile' inesperto...
Quando tra noi e Dio s'inserisce lo schermo dei nostri interessi, allora non c'è etica che convinca e generosità che si giustifichi.
Quando è la borsa che custodisce il nostro cuore ed è il cassetto il depositario della nostra fiducia... Dio e i fratelli diventano gli scippatori e i ladri dai quali difenderci o addirittura sui quali fare le nostre ritorsioni.
Ma se, invece, Dio è la nostra sicurezza, la difesa di chi è in balia della propria situazione di disagio o dello sfruttamento dei potenti, il Padre che ritiene preziosa la vita di ogni figlio, noi, per amore, saremo capaci di spogliarci per Lui, come quella povera vedova che depone nel cuore di Dio tutto ciò che le serve per vivere.
Con due spiccioli non vivrebbe a lungo, ma senza la fiducia in Dio morirebbe già prima di chiudere gli occhi.