Omelia (13-11-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno In quel tempo, Gesù disse ai discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi. Come vivere questa Parola? Pregare sempre, senza stancarsi: si deve – dice Gesù, utilizzando un verbo che ripeterà ai discepoli di Emmaus per puntualizzare la misteriosa necessità di consegnarsi alla passione e alla morte: "Io dovevo subire queste cose" - dirà. Io devo: la preghiera, come la croce, è un imperativo d'amore misterioso, una via spesso oscura, in cui ci si può inoltrare solo consegnandosi fiduciosamente a Dio, pur passando attraverso le controverse mediazioni degli uomini, abbandonate le categorie razionali che vogliono afferrare subito il senso e lo sviluppo delle cose. Non a caso Gesù aggiunge: senza stancarsi. Traducendo meglio, diciamo "senza scoraggiarsi o addirittura incattivirsi". Sì, perché, come la croce, anche la preghiera è il luogo dell'impotenza, della povertà e spesso anche del silenzio di Dio. Per questo che non è possibile rimanere neutrali: o si è crocifissi accanto al Cristo come il buon ladrone che attende di essere accolto tra le braccia del Padre, o si è come l'altro condannato che, ingoiato dalla morte, vomita su Gesù parole di astio. Da questa necessità di prendere posizione, comprendiamo che si deve pregare 'sempre'. Solo un'incessante disposizione del cuore, che diventa stile d'essere e d'agire, illumina e dà senso a ciò che viviamo, facendo maturare in noi la piena disponibilità ad accogliere il mistero di Dio, anche quando ci sembra sia sordo al nostro grido d'aiuto. Oggi, nella mia pausa contemplativa, ripeterò al cuore questo imperativo d'amore: prega sempre, senza stancarti. E dalla mia croce, grande o piccola che sia, pregherò con fiducia: "Gesù, ricordati di me...". La voce di un maestro spirituale del nostro tempo L'amore insegna come perseverare nella preghiera. André Louf |