Omelia (19-11-2006)
don Ricciotti Saurino
Moda

C'era una volta, al centro del giardino di una chiesa parrocchiale, tra i fiori che cambiavano ad ogni stagione, una colonna con sopra un libro aperto - il tutto in marmo bianco - sulle cui pagine, a caratteri cubitali, era scritto: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno!"
Era la certezza di tanti adolescenti che vi passavano, la forza di tante mamme che venivano a trattenersi coi bambini, la speranza di tanti anziani seduti al sole e... il nascondiglio preferito dei giochi dei più piccoli.
Sembrava che tutto il mondo girasse attorno a quella colonna e attorno a quella frase, anzi sembrava che essa desse senso a tutto il girare del mondo.
Era sempre lì, come un punto di riferimento, una certezza, un monito, un invito, un messaggio... era lì stabile... mentre assisteva ai vari mutamenti dei suoi visitatori.
Ha visto crescere i bambini seguendo, passo passo, le trasformazioni dell'età, li ha visti con l'abito della prima comunione e poi eleganti per il giorno del matrimonio.
Ha visto preti in talare e poi in clergyman e poi... non li ha più distinti.
Ha assistito all'alternarsi delle più svariate mode come il passare rapido e improvviso delle stagioni. A volte si imbiancava di neve, ma bastava una spolverata o un raggio di sole e tutto ricominciava a vivere come un miraggio!
Ha guardato compiaciuta la trasformazione dell'ambiente, l'ammodernarsi delle case, l'aggiornarsi della liturgia, l'avanzare della tecnica, il raffinarsi dei gusti e della cultura, lo scontro di ideologie, e la consacrazione al servizio generoso di alcuni giovani...
Ha salutato i tanti mesti cortei dei suoi visitatori che passavano per l'ultima volta...
Ora non c'è più... forse giace in un oscuro deposito in fondo alla sacrestia. Al suo posto un basamento più sostanzioso sopporta il peso di una devozione.
Un tonfo al cuore per chi ha vissuto all'ombra di quella espressione e soprattutto ha creduto nella stabilità di quell'insegnamento. Stabilità che doveva anche essere narrata con la resistenza di quella semplice colonna.
Ma la moda ha colpito anche lei...
E' proprio vero che le cose più salde sono quelle incise nel cuore degli uomini. Non terminano con la morte perché si tramandano con la vita dei discepoli... e a duemila anni di distanza può cadere una scritta, ma non il valore e l'efficacia di un detto.
Si alternano le mode, cambia il sistema di vita, possono anche adombrarsi i valori, ma la venuta di Gesù ha segnato per sempre la nostra umanità.
Non è forse una tribolazione ogni tempo, e il nostro tempo in particolare? Non è desolazione lo sconcerto causato dal capovolgimento dei valori? Non sorgono continuamente nuovi falsi profeti all'orizzonte di ogni era? Ma ogni generazione ha ormai in Cristo la luce sufficiente per distinguere il bene dal male.
Il Sole cristiano brilla nel cielo e non teme lo splendore dell'astro, né tramonta come tutte le "stelle" del momento che cadono inesorabilmente ingoiate dall'usura del tempo. Perfino le potenze, le forze spirituali avverse sono abbattute dalla Sua presenza.
La manifestazione di Dio nelle vicende umane è ancora oggi visibile e i Suoi insegnamenti, demoliti pubblicamente, rimangono gli unici capisaldi innegabili nel silenzio delle coscienze.
Tra mille difficoltà e tra tanti segni di contraddizione e di contrasto, la riunificazione di tutti gli orientati alla salvezza è individuabile oggi più che mai perché si rafforza sempre più la manifestazione della luce di Dio su tutto e su tutti e si rafforza soprattutto la comunione personale con Lui.
Cristo è stampato nei nostri cuori in forma indelebile, la Sue parole sono inossidabili come un tempo... Forse non attendiamo con ansia il Suo ritorno, ma non potremo più dire: "non l'abbiamo incontrato"...
E se lo diremo, la responsabilità sarà solo nostra.