Omelia (19-11-2006) |
padre Paul Devreux |
Questo Vangelo parla a prima vista di cose che non ci piacciono, perché ci ricorda che dobbiamo morire, eppure è una buona notizia perché il fatto di non sapere quando, perché nessuno lo sa eccetto il Padre, dobbiamo riconoscere che ci evita non poche angosce. Inoltre il Signore ci promette la sua venuta potente e gloriosa, ma il fatto che associamo questa sua venuta alla nostra morte rovina la festa. Eppure questa promessa è fondamentale, perché tutti sappiamo che abbiamo davanti un declino e la morte, ma sapere che proprio in quelle situazioni di totale impotenza il Signore verrà e ci porterà nella sua gloria, è l'unica speranza positiva che abbiamo perché carica di immortalità. Le altre nostre speranze sono solo scaramantiche. A volte qualcuno dice che la fine del mondo è imminente; è una idea molto umana, dovuta al fatto che mi può dare noia l'idea che dopo di me il mondo andrà avanti tranquillamente e forse meglio. Preferisco immaginare che "dopo di me il diluvio". Eppure è bello sentire qualcuno che dice che dopo di noi ci saranno certamente ancora guerre e carestie, ma ci saranno anche tempi belli, come non ce ne sono mai stati. Signore, grazie perché vieni a darci una speranza anche per quelle situazioni che speriamo non arrivino mai. Fa' che anche noi possiamo essere portatori di speranza per gli altri. |