Omelia (19-11-2006)
LaParrocchia.it
Uno sguardo sul futuro

INTRODUZIONE - RIFLESSIONE

1.a Lettura - Dn 12,1-3 Collocato tra i profeti maggiori (anche se non è un genere profetico) il testo del libro di Daniele è prevalentemente e fondamentalmente di genere apocalittico.
Siamo proiettati verso le realtà ultime della storia dell'intera umanità, e per una maggiore comprensione è necessario entrare nella dinamica dei simboli che sono carichi di significati da decifrare. Il protagonista del libro è un certo Daniele (da cui prende il nome il libro) che vive a Babilonia durante il regno degli ultimi re dell'impero neo-babilonese (VI sec. a. C.) ance se il libro ha visto la luce durante il periodo della rivoluzione dei Maccabei (II sec. a. C.).
Il testo proposto in questa penultima domenica del tempo ordinario offre una descrizione dettagliata del destino dei giusti perseguitati (il riferimento è legato all'azione repressiva di Antioco IV Epifane): essi saranno immersi nell'oceano della gloria di Dio e sono avvolti dallo splendore della sua luce intramontabile. Una sorte questa che è riservata a chi nella sventura umana ha mantenuto sempre vivo il sorriso della gioia che viene dal vangelo.
Agli empi, nemici, oppressori, malvagi etc. è destinata la rovina eterna... una lontananza da Dio che procura sofferenza e dannazione per un obiettivo mancato.
Questo testo; Sap 3; 2Mac 7 e altri definiscono in modo chiaro e lampante il destino dell'uomo dopo la morte. Nasce e si sviluppa la speranza che illumina la vita terrena di chi soffre per la giustizia e per la pace.

2.a Lettura - Eb 10,11-14.18 Il testo propone un parallelo antitetico tra il sacerdozio giudaico, che veniva esercitato nel tempio di Gerusalemme, e quello di Gesù Cristo, che trova il suo luogo naturale del suo esercizio nel cielo. Altre differenze, oltre a questa, vengono riportate nel testo.
- Anzitutto il tema del superamento dell'antica struttura sacrificale da parte del sacrificio di Cristo che qui viene reso nel contrasto tra impotenza e forza, peccato e perdono, pena e salvezza. Il male è sconfitto per sempre.
- Inoltre Cristo è il centro di tutta la storia della salvezza, è il punto culminate di tutta l'azione redentrice di Dio Padre, in Lui trovano compimento tutte le promesse dell'AT. La storia millenaria dell'uomo e dell'umanità intera ruota attorno a Gesù Cristo: centro di tutto l'universo, in Lui e per Lui tutto esiste e sussiste.
Il testo sicuramente ci introduce a pensare seriamente e a verificare se la nostra fede pone Gesù Cristo al centro della storia oppure ci sono altre verità o realtà che lo sostituiscono.... Altre forme di salvezza che usiamo per sconfiggere il male dal mondo. Le verità di fede date per scontate non sempre sono presenti nella nostra vita di credenti. Interroghiamoci!!!

Vangelo - Mc 13,24-32 Il discorso escatologico, da cui è tratto il brano del vangelo, ci parla del fine ultimo della storia umana. La parabola del fico che è presente in tutto questo discorso diventa l'invito a vegliare e a leggere i segni dei tempi con occhio penetrante e non superficiale.
Il termine di paragone è molto semplice e felice: le foglie che il fico produce non dicono che l'estate è cominciata, ma che è solo molto vicina.
Vicina...diventa la chiave per comprendere la realtà presentata da Gesù Cristo in questo discorso. Gesù afferma che i segni aprono l'orizzonte alla vicinanza della fine, che però è vicina a questa generazione, cioè alla generazione del lettore di ogni tempo e di ogni nazione. Allora il compito a cui è chiamato l'uomo è quello di vegliare. La veglia nasconde uno stile di vita, non è un atteggiamento fisico, si deve vivere sempre da Figli o Fratelli del Risorto.
A questo punto tutto diventa più facile perché siamo sempre pronti... ma tutto si complica perché si esige un comportamento che non concede spazio ad altre verità che possono allontanarci dalla retta via. Dobbiamo essere sempre "tempio dello Spirito Santo".

Buona Domenica!!!