Omelia (23-11-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui.

Come vivere questa Parola?
Gesù proclama questa parola di vita rispondendo al quesito (notevolmente tinto d'ironia!) posto dai Sadducei. C'erano sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. E così il secondo, il terzo... fino al settimo. "Di chi sarà moglie questa donna nella risurrezione?" Quel che Gesù risponde ha la forza di una folgore e il fragore di un tuono. Sì, perché dissipa l'opacità e le tenebre della loro concezione tutta materialista e legata a cavilli di un ragionare solo con categorie terrene. Gesù vuol dirci che gestire il sesso, come l'usare del cibo, delle bevande e di altro utile alla vita, è qualcosa di strettamente legato alla dimensione terrena dell'esistenza. Ma questa nostra esistenza, per fortuna, non è tutto. Stiamo per spalancarci su quella vita in cui saremo "come gli Angeli di Dio" "figli della risurrezione". La morte mai più ci toccherà!

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito Santo di soffermarmi con gioia su questa prospettiva di libertà e di eternità. La dimensione terrena del mio vivere, con la possibilità di rispondere positivamente ai suoi bisogni, è dono di Dio. Ma guai a me, se ne sono così irretita da non vivere già, in speranza, da "figlio della risurrezione", io che, fin d'ora, sono "figlio di Dio"!.

Signore, che non sei Dio dei morti ma dei vivi, dammi di vivere secondo le esigenze del tuo amore, spalancando il cuore agli orizzonti della vita che non finirà.

La voce di un Padre della Chiesa
Se la speranza ravviva i nostri occhi, vedremo ciò che è nascosto: il sonno della morte finirà un mattino. Bellissimo sarà il corpo, diletto tempio dello Spirito, rinnovato si muterà nella casa della beata pace. Allora squillerà la tromba sulle sorde arpe: «Svegliatevi, cantate gloria davanti allo Sposo!». Si sentirà un'eco di voci quando si apriranno i sepolcri. Tutti prenderanno le arpe per suonare il canto di lode: Gloria a lui quando umilia, gloria a lui quando risuscita!
S. Efrem il Siro