Omelia (26-01-2003)
padre Paul Devreux
Mc1,14-20

Dopo che Giovanni Battista fu arrestato, Gesù torna in Galilea, nella sua terra, e comincia a predicare dicendo: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo".

E' una buona notizia, perché significa che si è realizzato ciò che gli ebrei aspettavano. Ormai Dio si è reso raggiungibile all'uomo, tramite Gesù, che è la Buona Notizia in persona. L'unica cosa che ci rimane da fare è convertirci guardando a Lui, per conoscere e incontrare Dio.

Poi Gesù comincia a invitare delle persone a seguirlo. Il testo racconta queste chiamate con un linguaggio esortativo, che vuole invogliare il lettore a credere e a seguire Gesù immediatamente e senza nessuna esitazione. Ma proviamo a contemplare più da vicino queste chiamate, perché se da una parte è bello immaginare questi discepoli che si alzano e partono senza pensarci due volte, è anche vero che è un atteggiamento poco serio e da irresponsabili da parte dei discepoli, e una pretesa assurda da parte di Gesù. Quanta gente si è ritrovata nei seminari senza sapere ciò che faceva, per via di questo tipo di predicazione?

Giovanni racconta che ha conosciuto Gesù tramite Giovanni Battista, che glielo ha indicato come "Agnello di Dio" sul Giordano, in Giudea, a lui e ad altri discepoli di cui Andrea, fratello di Simon Pietro. Questi sono i primi discepoli di Gesù; gente che già lo conosceva bene quando Gesù lancia la sua proposta di sequela. Questi discepoli ormai sanno benissimo cosa Gesù propone e aderiscono a questa proposta di seguirlo perché cominciano a credere in questa proposta e in Lui; ma hanno fatto prima un cammino di conversione che li ha convinti.

Gesù ha conosciuto e parlato anche con tutte le persone che erano vicino ai discepoli, compreso i genitori, i colleghi di lavoro, soci, la moglie e anche i figli di Simon Pietro, se c'è l'ha. Avranno organizzato tutto affinché nessuno dovesse maledire le scelte dei discepoli e Gesù stesso.

Dico queste cose perché Gesù è venuto a portare la pace e la fratellanza sulla terra; figuriamoci se ha cominciato sfasciando la famiglia di Simon Pietro e quelle degli altri discepoli. Gesù è venuto a promuovere la vita dei discepoli non a scapito delle loro famiglie, ma a vantaggio di tutti, come lui solo sa fare. Ci saranno state difficoltà e resistenze; chissà che la suocera di Pietro non s'ammali proprio per qualche divergenza o per ricattare Pietro, ma Gesù sicuramente ha fatto tutto il possibile per portare la pace, a costo di rimetterci lui. E cosi sarà stato anche per il lavoro e il mantenimento delle famiglie. Zebedèo non viene lasciato solo, ma con i garzoni.

Seguire Gesù è bello, essere chiamato da Lui a seguirlo è ancora più bello, ma Gesù sa benissimo che il terreno buono è quello che si lascia lavorare pian piano e con costanza, non le teste calde o i facili entusiasmi.

Il tempo è compiuto, il Signore è qui presente, quindi non c'è più nessun motivo d'agitarsi per chi sa quale cosa che deve succedere. Occorre solo convertirci per riuscire a credere sempre di più al Vangelo; cioè seguire Gesù per contemplarlo. Il resto, lo farà Lui.