Omelia (25-11-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Essi cantavano un canto nuovo [...]. E nessuno poteva comprendere quel cantico se non i redenti della terra. Essi seguono l'Agnello dovunque va. Come vivere questa Parola? L'intera visione della lettura odierna è ricca e suggestiva. Da un punto di vista del significato esistenziale quel "cantico nuovo" che cantano i "redenti", coloro che si sono lasciati salvare da Cristo, è il cantico dell'amore svelato nella sua pienezza, quando tutto, in Cristo, sarà compiuto. Sì, lo cantano (ormai senza remore di tentazioni e tristezze) coloro che, in terra, seguono Gesù su tutte le sue strade. Qui si gioca la vita del cristiano autentico: nel seguire Gesù, per un itinerario che, anche per lui, è quello della morte e della risurrezione, dentro la ferialità dei giorni. S.Bernardo, commentando questo passo, osserva che l'Agnello va molto in basso e molto in alto. Molto in basso perché ha umiliato se stesso facendosi obbediente fino alla morte più infamante; molto in alto perché è senza macchia, irreprensibile. Dice ancora il grande mistico: tanto chi ha peccato e si pente come chi ha scelto di essere illibato e addirittura vergine può seguire Gesù:. Ma se colui che è illibato s'inorgoglisce, è ben lungi dal realizzare la sequela. Oggi, nella mia pausa contemplativa, "rileggo" la mia vita cristiana alla luce della "sequela". Credo forse, nei confronti dei peccatori dichiarati, di essere migliore di loro, migliore dei miei fratelli? Dio me ne scampi! Signore, che io ti segua dovunque tu vai. Tienimi con te sulla strada "bassa" dell'umiltà e portami in alto nell'amore, ma senza ch'io me ne vanti. Portami nelle tue braccia, cantando fin d'ora, il "canto nuovo" della purissima carità. La voce del fondatore dell'Ordine certosino Dobbiamo essere sempre timorosi di cadere, conservandoci in una costante umiltà, nella persuasione che, se ci reggiamo in piedi, lo dobbiamo unicamente al Signore che ci custodisce. S. Bruno |