Omelia (27-11-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
La voce che udii era come quella di suonatori d'arpa. [...] Essi cantavano un canto nuovo.

Come vivere questa Parola?
La pericope, tratta dall'Apocalisse, presenta Cristo, Agnello immolato e risorto, circondato da una folla di centoquarantaquattromila che nell'antico significato mistico dei numeri rappresenta l'innumerevole popolo dei salvati.
Sono loro a cantare accompagnati dall'armonioso suono dell'arpa un canto che ha un connotato preciso: quello di essere "canto nuovo". E' proprio questa novità che ci colpisce, soprattutto se ricordiamo che nel Nuovo Testamento, si parla di uomo nuovo, di comandamento nuovo, di vino e otri nuovi, così come già nei salmi più volte ritornava il motivo del "canto nuovo". E la significazione profonda di questa espressione dice che questa novità è assimilabile a Gesù, al suo mistero, al suo modo d'essere amore, del suo essere l'uomo nuovo per eccellenza.
Tutta la "decrepitezza" di cui soffre il mondo può dunque essere sostituita dal soffio innovatore di uomini e donne che cantano con la vita il loro lasciarsi far nuovi, in cuore, da Lui.

Oggi, nel mio rientro al cuore, chiedo il dono di questa novità evangelica. Mi esercito, dunque, a trovare gioia e compenso alla mia fatica nel dedicarmi gratuitamente a quelli che mi sono vicini, e a sapermi impegnare insieme con gli altri (sul lavoro, in comunità, in parrocchia ecc.), accogliendo quanto di positivo dicono o fanno, senza monopolizzare il dialogo o l'iniziativa con protagonismi fuori luogo.

La voce di un dottore della Chiesa
Non con la voce ma con la vita, tu canti il canto nuovo dell'amore.
S. Agostino