Omelia (06-07-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati. Come vivere questa Parola? C'è una forte continuità tra il Vangelo di oggi e quello di ieri. Gesù attraversa di nuovo il lago: cambia riva, ma l'accoglienza rimane la medesima. Ieri, a causa di un esorcismo, era stato trattato egli stesso come indemoniato. Oggi, per aver rimesso i peccati al paralitico, è accusato di bestemmiare. E la folla? È presa da timore e rende gloria a Dio (v.8): ma probabilmente alla vista del miracolo prodigioso di un paralitico che torna a camminare, più che per il potere di rimettere i peccati. Quella stessa folla osannerà Gesù come Messia al suo ingresso in Gerusalemme, ma sarà pronta a condannarlo a morte, assecondando l'accusa dei capi religiosi contro Gesù: «Ha bestemmiato!» (Mt 26,66). Gesù ci libera dal demonio ed è accusato di essere posseduto dal demonio. Gesù ci porta il perdono di Dio ed è accusato di bestemmiare, di parlare cioè contro Dio. Ma quale Dio? Gesù non cessa di bestemmiare contro la nostra immagine di Dio: quella di un Dio che si fa servire piuttosto che servire, di un Dio che si fa grande piuttosto che piccolo, di un Dio che giudica piuttosto che perdonare. Cambiare l'immagine che abbiamo di Dio è il vero esorcismo che Gesù compie. Convertire alla logica folle del perdono è, ancora oggi, la vera lotta contro la malvagità del cuore dell'uomo (v.4), contro satana e il suo regno fondato sulla legge del taglione, su una giustizia senza amore che paralizza. Oggi pregherò con quella Parola che Gesù stesso ci ha insegnato: Padre, perdona a noi i nostri peccati, come noi li perdoniamo ai nostri fratelli. Una delle sette Parole di Gesù in croce: «Padre, perdona loro!» (Lc,23,34) |