Omelia (18-07-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori. Come vivere questa Parola? Questa acclamazione al Vangelo fa da cerniera tra la prima lettura e il Vangelo. Nel primo testo Isaia, in nome di Dio ammonisce Acaz dicendo: "Se non credete, non avrete stabilità", e nel Vangelo, con grande forza, Gesù esige la fede, una fede che sia conversione del cuore e della vita: "Guai a te, Corazin, guai a te, Betsaida!". Credere è davvero la connotazione di fondo del nostro essere cristiani. Si può pensare che la stabilità e la pace vengano dalle ricchezze, da un tenore tranquillo di vita, dall'appoggiarsi ai potenti, dal farsi largo col successo. Ma di fronte alle malattie, a certe delusioni e contrarietà, alla morte delle persone care, dov'è l'appoggio che regge? Credere invece a un Dio che mi ama al punto da darmi Gesù crocifisso e risorto, e dunque vittorioso su ogni male: questo mi salva dal non senso, dalla tristezza, dalla depressione, dalla confusione. Si tratta però di mettere in pratica la Parola che dapprima nutre di fede la mia mente. Sì, perché solo se la Parola di Dio-Amore scende ed è accolta nel mio cuore e trasforma in impegno d'amore la mia vita, i miei giorni sono all'insegna della pace vera e duratura. Oggi in un momento d'intensa preghiera parafraserò il salmo: Dio, sei per me rifugio e forza, perciò non tremo anche se tremasse la terra, se crollassero i monti. L'amore rallegra la città di Dio, la dimora dell'Altissimo e il mio cuore; Dio sta in essa: non potrò vacillare. (Salmo 45) La voce di un antico Padre vescovo e martire Non si tratta solo di professare la fede, ma di perseverare in essa, vivendola con forza sino alla fine. S. Ignazio di Antiochia |