Omelia (22-07-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Porrò il mio Spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti. Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. La canna già incrinata non spezzerà, né spegnerà il lucignolo fumigante (...). Nel suo nome spereranno le genti. Come vivere questa Parola? Qui l'evangelista Matteo richiama queste espressioni del profeta Isaia per tratteggiare il modo di essere del Signore Gesù, quando seppe che i farisei avevano deciso di toglierlo di mezzo. Egli si allontanò da loro e, dice il Vangelo: "Molti lo seguirono ed Egli guarì tutti, ordinando loro di non divulgarlo". In un mondo attanagliato dall'ingiustizia, il cristiano insieme a tutti gli uomini di buona volontà, non solo non può rendersi complice dell'ingiustizia, ma è chiamato a combatterla. In quale modo? Il suo modello non può essere che Gesù, il quale unisce alla forza la mitezza e una volontà d'amore verso tutti. Egli infatti non compie gesti spettacolari, non grida per le strade, non fa violenza al debole (la canna già incrinata, il lucignolo fumigante) ma sfugge ai nemici per rendersi disponibile al bene di tutti. Oggi, nel mio rientro al cuore, chiederò allo Spirito Santo di cogliere la violenza che può essere (forse larvata!) anche in me, e di sostituirla con pensieri, parole e atteggiamenti di mitezza. Si può essere forti e fermi, quando è il caso, ma con la forza dei miti che non è viltà e paura di soffrire ma esigenza e decisione d'amore. La voce di un antico Padre Un fratello domandò al Padre Isidoro: "Come mai i demoni ti temono tanto?" Rispose: "Perché da quando mi sono convertito, mi sforzo di non permettere all'ira di afferrarmi alla gola" Isidoro di Scete |