Omelia (26-11-2006)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)


Le letture di oggi hanno un tema comune, molto forte: si parla di regno, anzi di un Regno con la "R " maiuscola, di un Re, anzi del Principe dei Re.

Dalle scritture più antiche, ai Salmi, fino alle testimonianze degli evangelisti si parla di Gesù come del Re dei re. Tutti lo hanno atteso, i testimoni lo hanno visto, conosciuto, non tutti hanno creduto in Lui.

Lo stesso Pilato, interrogando Gesù, ottiene una risposta chiara: "Io sono re...."

E per dimostrarlo Gesù ha dominato l'evento pi invincibile dell'uomo, la morte.

Questi i dati di fatto. Queste le certezze evangeliche.

La parola ora passa a noi, a noi coppie di sposi, educatori per i nostri figli.

Tutti pronti a condannare Pilato perché si è lavato le mani di Gesù pur avendone conosciuto l'innocenza. Forse era quella parola "re" che lo confondeva. Ma noi...

Ma noi, coppie di genitori di oggi insegniamo ai nostri figli prima a rispettare le leggi, l'autorità costituita e regolarmente eletta, il codice della strada. Forse anche a noi la parola "re" da un po' di fastidio: il re non è democraticamente eletto, acquisisce per definizione diritti e poteri che non gli abbiamo personalmente riconosciuto.

Oltretutto non ha agenti e polizie per verificare che tutti noi si rispetti la Sua legge. E allora, appena si può, quella legge viene messa da parte, perché ci sono altre leggi, con tanto di vigili agenti, da rispettare: leggi nazionali, comunali, leggi economiche, leggi di galateo, di comportamento, fino alle mode e alle consuetudini.

Ecco, mode e consuetudini non sembrano avere poliziotti che controllino la loro applicazione, se non nel giudizio degli altri, della società: chi non le rispetta è emarginato, è un poveraccio, chi è senza soldi non ha diritto di dire come ci si deve comportare, cosa sia giusto fare. Magari gli si lascia il diritto di votare, ma poi basta, lasci fare al governo di turno, agli agenti, alla polizia, al giudizio della gente....

Anche l'estensore di queste note ritiene che sarebbe giusto ridare a Gesù il suo potere di Re, metterlo al centro delle nostre scelte e del nostro "giudicare". Si "dovrebbe", ma prima bisogna guadagnare, spendere, comprare, magari fare l'elemosina e impegnarsi nel sociale. Poi, se c'è posto, troviamo una collocazione anche per Gesù e per la Sua regalità.

Questo commento è stato scritto con il più noto elaboratore di testi. Alla parola Gesù segnala errore (riga rossa!), non lo conosce, e alla richiesta di correzione dice di non avere proposte plausibili. Altro che Re, per l'uomo (non per il computer) Gesù è uno sconosciuto!

Rileggiamoci le parole con cui Gesù risponde a Pilato: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce". Non ci sono margini: se non ascoltiamo la parola di Gesù, se non agiamo secondo il vangelo non siamo nella verità. Una sentenza che pesa sui cristiani "da supermercato della domenica".

Spunti per la revisione di vita
- Nella nostra pianificazione di coppia delle spese, delle vacanze, della vita di tutti i giorni che posto riserviamo al Re Gesù?
- Che posto riserviamo nell'educazione dei nostri figli alla Legge di Dio nei confronti della "giurisprudenza umana"?
- E' nella verità chi ascolta la parola di Gesù: qual è l'ultima volta che abbiamo letto in coppia il Vangelo?

Commento a cura di Gloria e Riccardo Revello