Omelia (25-11-2006)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.

Come vivere questa Parola?
C'è una vita in questo mondo dove il matrimonio, lungi dall'essere una qualsiasi istituzione solo umana, è qualcosa di sacro. È in ordine alla vita, e perciò strutturato su un progetto di reciprocità nell'amore, dentro una dedizione piena, a tutti i livelli. Però anche l'unione della donna e dell'uomo è qualcosa che passa. Nell'altro mondo, quelli che, avendo vissuto nella legge del Signore e sulle vie del suo amore, sono dei conrisorti con Cristo, si aprono a una novità di vita che non è paragonabile a quella, piena di limiti, vissuta sulla terra. Il limite che più spaventa l'uomo è il limite dei suoi giorni, che vanno veloci verso la morte. Ma quel che Gesù annuncia è come l'improvviso comparire del sole a vincere la notte. "Non possono più morire". La libertà di una vita dove il corpo è del tutto trasfigurato e reso conforme a quello di Gesù Risorto è dunque la nostra meta. Una consolantissima meta a cui giungeremo dentro la maturazione della nostra fede nutrita dalla fiducia in Gesù e nella sua Parola. Questo significa quella bellissima espressione "figli della risurrezione" che dice l'identità profonda del nostro essere figli di un Dio che, per natura, non ha nulla a che spartire con la morte.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, lascio che questa consolante certezza faccia a pezzi tutti i residui di paura che si annidano in me, ringrazio, benedico.

Ti lodo, Signore Dio dei viventi e della vita. Fa' che in me sia la morte a morire! La morte del non-amore, dell'indifferenza, della dimenticanza di Te e degli uomini miei fratelli. Dammi d'essere figlio tuo nella verità della Risurrezione, attesa in fede e speranza.

La voce di uno scrittore spirituale
Se vuoi vivere, non trattenere la tua vita per te, essa deve accarezzare altre sponde, irrigare altre terre.
Michel Quoist