Omelia (08-12-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te: tu sei benedetta tra tutte le donne.

Come vivere questa Parola?
Questa parola collocata oggi immediatamente prima del Vangelo, ne riassume l'intensità ed è la parte principale di quella preghiera mariana che è talmente facile da essere insegnata anche ai bambini d'età prescolare. In realtà si tratta del saluto dell'Arcangelo Gabriele rivolto a Maria come a colei che è colma di grazia, cioè di quell'amore-bellezza-forza-vita divina donata a noi da Gesù, nel suo mistero pasquale. Sì, qui sta la profondità del mistero. A Maria noi possiamo dire (come Dante esclamò) "figlia del tuo Figlio". Lei infatti ha dato la natura umana a Gesù. Egli, per volontà del Padre, le ha ottenuto la piena partecipazione alla vita di grazia. A tal punto che, da sempre, fu scelta "per essere santa e immacolata nell'amore". Di ogni cristiano (quindi anche di te) S.Paolo, nella prima lettura, dice che siamo stati pensati così "prima della creazione del mondo" predestinati ad essere figli adottivi nel "Figlio diletto", per opera della sua morte e risurrezione. Ci conforta che in Maria questa bellezza di grazia sfolgori senza cedimenti al peccato e che, tra noi benedetti da Dio, Lei sia "la benedetta fra tutte le donne" perché Madre del Verbo fatto uomo.

Oggi, nel mio rientro al cuore, chiedo che Maria si chini con tutta la sua tenerezza su di me, su questo mio cuore a volte oscurato da chiusure alla volontà di Dio.

O Tu, benedetta fra tutti per il tuo "sì" al progetto del Padre che è salvezza e benedizione per me, dammi di essere l'eco del tuo "sì" in tutto quello che Egli vuole da me. Dammi di vivere da "benedetto" benedicendo tutti, o Maria. Tu la benedetta per eccellenza.

La voce di una poetessa
Il cammino di Maria è l'inverso di quello della maternità, ma è quello giusto. Mentre la donna quando genera ospita il figlio e diventa il suo sacramento di carne, Cristo fece diventare figlia sua madre e la ripartorì nel dolore.
Alda Merini