Omelia (10-12-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Tu che rechi liete notizie in Sion alza la voce con forza [...]. Alza la voce, non temere, annunzia: "Ecco il vostro Dio. Ecco il Signore viene con potenza [...]. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri. Come vivere questa Parola? Vivere l'Avvento, dentro un reale cammino spirituale, significa anzitutto "interiorizzare" (fare cioè nostra, a livelli profondi) una notizia che è lieta. Vangelo vuol proprio dire letteralmente "lieta notizia". È chiaro: la lieta notizia è il grido del profeta e di ogni vero evangelizzatore, anche oggi: "Ecco il vostro Dio. Il Signore viene". È importante vivere questa parola come una certezza che radica il nostro cuore nella pace e nella gioia di fondo. Il Signore viene con la premura e la tenerezza di un pastore. Quanto era familiare alla gente dei tempi di Gesù questa figura! "Il buon pastore – dirà Gesù – dà la vita per le sue pecore". E nel vangelo odierno lo vediamo identificarsi col pastore che è colmo di gioia solo per un motivo: aveva perso una delle sue pecore. Non ha temuto di andare a cercarla per dirupi e cammini impervi fino a che, tenace nel volere la sua salvezza, è riuscito a trovarla. Non è questo il senso dell'Incarnazione? Della venuta di Gesù a dirci, col suo mistero di morte e risurrezione, tutta la misericordia del Padre? Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito che "alzi la voce con forza" dentro il mio cuore spesso assordato da tante voci che poco hanno a vedere con la "lieta notizia" della venuta di Gesù. E mi lascio interpellare: Davvero credo che il mio Dio è un Dio che viene? Davvero lo vedo venire nella persona che mi sta accanto, nel povero, nel destinatario del mio lavoro o del mio apostolato? E questo è più importante per me di tante notizie della TV o dei piccoli avvenimenti delle mie giornate? Mi educo alla gioia di questa lieta notizia assimilata esistenzialmente in tutto il mio essere? La voce di un Padre della Chiesa «Il Signore ci ha dato un segno nelle profondità e nelle altezze», senza che l'uomo osasse sperarlo. Come avrebbe potuto aspettarsi di vedere una vergine generare un figlio, di vedere in questo Figlio un «Dio con noi» che scendesse nelle profondità della terra per cercare la pecora smarrita, cioè la creatura che egli aveva plasmata, e risalisse poi per presentare al Padre suo questa umanità così ritrovata? Ireneo di Lione |