Omelia (11-12-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.

Come vivere questa Parola?
Nonostante un certo "vitalismo" tipico di una società molto dedita alla cura del corpo, allo sport e a quanto può spremere piacere, anche in questa nostra epoca la stanchezza è un fenomeno fin troppo visibile. E non è tanto, oggi, la stanchezza fisica, ma quella psichica e spirituale. È la "demotivazione" nel fare le cose, il "non-senso" e la paura nell'affrontare la vita. Ben venga dunque questa parola che può diventare davvero terapeutica soprattutto se la colleghiamo al vangelo odierno, dove Gesù ci apre il suo cuore in cui fa nido tutta la tenerezza del Padre, la sua comprensione e misericordia: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete riposo per le vostre anime. Perché il mio giogo è soave, il mio peso è leggero". Ecco, il segreto è qui: sperare nel Signore che significa non solo confidare in Lui ma anche configurare la vita, il cuore, al modo d'essere di Gesù un modo d'essere mite e umile. Allora si trova riposo, anzi appagamento e una pace da donare anche agli altri.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi spalanco interiormente allo Spirito Santo. Come Maria dico il mio "sì" alla volontà del Padre, chiedendo che il mio cuore diventi mite e umile come quello di Gesù. È in questo modo che il peso di me stesso e degli altri non essendo più il mio peso; e diventando del Signore, diventa "leggerezza" nei miei giorni.

Insegnami o Spirito questo segreto di vita!

La voce della Confondatrice delle Salesiane di Don Bosco
Gesù deve essere tutta la vostra forza. Con Gesù i pesi diventano leggeri, le fatiche soavi, le spine si convertono in dolcezze.
S. Maria Domenica Mazzarello