Omelia (23-12-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Come vivere questa Parola? È una scena di grande gioia. Nella casa di Zaccaria, Elisabetta, che era sterile, dà alla luce Giovanni, "perché a Dio nulla è impossibile". Vicini e parenti sono festanti "perché Dio ha esaltato in lei la sua misericordia". E, quando stanno per circoncidere il bambino, seguendo le buone consuetudini vorrebbero chiamarlo Zaccaria, come suo padre. No – dice risoluta Elisabetta – si chiamerà Giovanni. Stupore da parte di tutti, perché il nome era insolito e nessuno dei parenti l'aveva portato. Ma lo stupore cresce ancora perché interpellano a cenni Zaccaria, sordo e muto dopo la sua esperienza d'incredulità, e lui scrive su una tavoletta: "Giovanni è il suo nome". E, ulteriore meraviglia, a Zaccaria si scioglie la lingua e parla benedicendo Dio. C'è una cosa estremamente attuale, da cogliere, approfondendo il senso del brano e del nome di Giovanni che significa "Dio fa grazia". Si tratta del fatto che se uno crede, se si abbandona a Dio, anche nelle oscurità dell'ambiente agnostico o indifferente in cui vive, in lui "Dio fa grazia". Se uno non crede, cioè solleva sempre obiezioni anche circa quello che Dio permette nella sua e nell'altrui storia, non viene permesso a Dio di "fare grazia". Ecco perché c'è tanta oscurità intorno! Oggi, in questa antivigilia di Natale, chiedo veramente allo Spirito di assumere vitalmente il mistero di Gesù che viene a salvare e che vuole fare grazia in me anche attraverso le sue mediazioni: persone ed eventi. Purché io creda, io mi fidi. Se no, come Zaccaria, rimango sordo e muto spiritualmente. Avessi anche montagne di doni materiali, altro che gioia di Natale! La voce di un poeta e mistico protestante Dio è qui presente; venite adoriamo! Con santa riverenza, entriamo in sua presenza. Dio è qui nel mezzo: tutto taccia in noi Chiunque lo conosce, chiunque fa il suo nome, gli occhi a terra volga e il cuore a lui rivolga. G. Tersteegen |