Omelia (24-12-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Zaccaria, padre di Giovanni, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo: «Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano». Come vivere questa Parola? Preziosa è questa parola nella vigilia di Natale! Anzitutto ci dice come Zaccaria, che fu sordo e muto nella sua incredulità, quando si abbandonò al Signore e pienamente credette, divenne così pieno di Spirito Santo da poter annunziare l'evento più importante della storia, di annunciarlo come salvezza. Sì, l'annuncio sottolinea anzitutto una realtà consolantissima e forse non abbastanza ricordata: il Signore viene a VISITARCI. È un verbo molto pregnante e lo incontriamo spesso nell'Antico Testamento dove è detto che il Signore aveva visitato il suo popolo, quando lo liberò dalla schiavitù dell'Egitto e in altre occasioni in cui la visita del Signore si rivelò liberatrice da qualche male e apportatrice di grandi beni. "Tu visiti la terra e la disseti" (Sl 65,10) canta il salmista. E ancora implora: "Visitaci, o Dio, con la tua salvezza" (Sl 106,4). Così, attraverso gli antichi profeti, Dio stesso ha promesso: "Verrò a visitarvi e manterrò la mia promessa" (Ger 29,10). Com'è bello, come dilata l'orizzonte interiore questo verbo che si rivela tanto orientato alla venuta di Gesù-Salvezza. Zaccaria ha perfettamente ragione di annunciarci: "Il Signore ha visitato e redento il suo popolo [...] verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge. In questa vigilia di Natale vedrò di non bruciare il tempo e le forze solo in preparativi esteriori. Nella mia pausa orante voglio davvero guardare a te, o Gesù, come al sole della mia vita che viene a visitarmi per redimermi dalle tenebre dell'egoismo, dell'orgoglio, dell'ego e per avvolgermi della tua luce che è anche calore di tenerezza infinita. Fa', ti prego, che mi percepisca personalmente visitato in questo Natale. Non mi avvenga di sentirmi dire quello che hai detto a Gerusalemme: "Non hai pace perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stato visitato" (cf Lc 22,6). La voce di un "premio Nobel per la pace" È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro; ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. È Natale ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso di te. Preghiamo di essere capaci di accogliere Gesù a Natale non nella fredda mangiatoia del nostro cuore, ma in un cuore pieno di amore e di umiltà, un cuore caldo di amore reciproco. Madre Teresa di Calcutta |