Omelia (27-11-2006)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di arpa che si accompagnano nel canto con le loro arpe. Essi cantavano un cantico nuovo.

Come vivere questa Parola?
L'Apocalisse svela i misteri più alti. O, almeno, attraverso un linguaggio ricco di simboli, cerca di esprimere il'ineffabile. La voce che viene dal cielo annunzia la salvezza con grande potenza espressa da quel gran fragore di acque e di tuono. Lo stesso annuncio risuona però anche con timbro di grande dolcezza: "come quella di suonatori di arpa che si accompagnavano nel canto con le loro arpe. Che cosa cantavano? Il testo non lo dice, ma lo lascia intendere. Comunica però che si tratta di un canto nuovo. Un canto che può essere inteso solo dai "redenti della terra". "Centoquarantaquattromila" dice il testo. Si tratta di un numero grande e simbolico per dire che quei "redenti" erano una folta schiera. Più in là il testo dice che si tratta di gente in cui "non fu trovata menzogna e senza macchia". Ecco, quel che più ci parla al cuore è quella "novità". Canto nuovo" perché celebra la vittoria dell'Agnello immolato e risorto sulla morte, su ogni genere di male, che, alla fine, sarà debellato per sempre. Canto nuovo perché esprime l'immettersi di un fiume d'acque rigeneratrici nel vecchiume di una storia che vorrebbe chiudersi dentro il gioco di interessi solo terreni ed egoici. Canto nuovo perché è l'irrompere delle energie di Colui che può far nuove tutte le cose.. Canto nuovo perché lo cantano quelli che s'inebriano col "vino nuovo" dello Sposo dentro qualsiasi forma di vita: lo Sposo di ogni uomo che ha per destino la vita eterna. Canto nuovo perché scaturisce dalla speranza di questa vita eterna, coltivata nella quotidianità dei giorni terreni, da chi vive "senza menzogna".

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito Santo che mi apra le orecchie del cuore per cogliere, interiormente, il canto nuovo che è la speranza cristiana di cui vivere con cuore rasserenato e contento.

Signore, dentro una cultura tutta volta a quello che è transitorio, dammi di cantare il "canto nuovo" di Te che vieni e sarai la mia stessa vita per sempre. Una vita di amore.

La voce di un Dottore della Chiesa
Cantate con la voce, cantate col cuore, cantate con la vostra bocca, cantate con la vostra condotta, «cantate al Signore un cantico nuovo». Siate voi stessi ciò che cantate. Voi siete la sua lode se vivete bene.
Agostino