Omelia (25-12-2006) |
don Romeo Maggioni |
Gloria a Dio e pace in terra Sotto l'albero aspettiamo i doni del Natale; tutti siamo qui questa notte in attesa di qualcosa di grande e di utile. Quali doni? e da chi? In quella notte s'è levato un canto che risuonerà per sempre nella storia: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama": è come il titolo della festa. La gloria di Dio è dare pace agli uomini, dove il termine pace (shalom) indica ogni Suo dono come frutto del suo "beneplacito", cioè del Suo amore gratuito per noi. L'Incarnazione è per esprimere nel modo più alto l'amore di Dio per la nostra umanità e per arricchirla della sua stessa divinità. Essenzialmente allora due sono i doni che ci vengono dati. 1) UNA IDEA COMPLETAMENTE NUOVA DI DIO Con l'Incarnazione Dio s'è messo all'ultimo posto perché nessun uomo, anche il più povero e sfortunato, si senta a disagio dinanzi a Lui. Nasce a Betlemme in una grotta. S'è fatto bambino, s'è fatto uomo umiliato e crocifisso, fino all'annullamento del cimitero, per essere alla pari e a fianco di ogni esperienza umana. Dio è diventato nostro fratello per conoscere, condividere e valorizzare la nostra umanità: "Pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini" (Fil 2,6-7). Un Dio che non è vissuto comodo a casa sua, ma s'è sporcato le mani per noi. Non poteva inventare di meglio per dimostrarci che ci ama, che sta dalla nostra parte, anzi che è pronto a morire per noi, come poi ha fatto. L'essenza del peccato è la sfiducia, il sospetto e la paura nei confronti di Dio. Dio ha fatto di tutto per togliere questo sospetto, e "per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo". Dubitare dell'amore di Dio è la più grande offesa che Gli si possa fare. "Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?" (Rm 8,31-32). Natale diventa la festa del "Dio con noi". Qui si fonda la nostra grandezza, sicurezza, gioia e festa. "Io sono infatti persuaso che niente potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore" (Rm 8,39). Al di là di quel che meritiamo. "Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (Rm 5,8). L'annuncio degli angeli in questa notte non è "agli uomini di buona volontà", ma "agli uomini che Egli ama", e sono tutti, non solo i buoni, perché è per pura gratuità; anzi è per i più poveri, i peccatori, e quindi anche per me e per te! E' questa una notte in cui bisogna aprire il cuore ad una profonda serenità: non siamo abbandonati! 2) UNA IDEA COMPLETAMENTE NUOVA DI UOMO Dio ama cambiando le cose, salvando, cioè volgendo al meglio la nostra umanità, al di là di ogni nostra aspettativa, perché la contagia di divinità. Dio si fa uno di noi per fare ognuno di noi uno di Lui. "A quanti l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio". Figli propri, partecipi della stessa natura divina, e quindi destinati ad essere Suoi eredi. Tutti siamo aspiranti alla vita, tutti ci preoccupiamo di salvarla..., ma sappiamo con quanta delusione! E anche i più fortunati di noi non si sentono mai sazi. Dio ci ha chiamati a mete più alte: le aspirazioni che abbiamo non sono illusione. Dio non solo ci accontenta, ma va ben al di là delle nostre aspettative. Il Natale ha segnato il giorno in cui è apparso un uomo che ha mostrato quale sia l'identità e il destino più vero e profondo di ogni uomo: Gesù di Nazaret, verità dell'uomo! Se siamo figli di Dio, siamo anche fratelli tra di noi, tutti uguali, al di là dei ruoli, dell'efficienza, degli interessi, del sangue e della razza: una solidarietà fondata sul fatto di appartenere alla stessa famiglia di Dio, anzi sull'essere dello stesso Corpo di Cristo, capaci di una connessione con lui per la quale scaturisce la stessa forza di amare che possiede il cuore di Dio. Dal battesimo abbiamo infatti in noi lo Spirito santo, amore di Dio che agisce e ama in noi, e quindi ci cementa tra noi. Non è poesia l'alone di solidarietà che circonda ancora il nostro Natale. Proprio lì è la radice della nostra autentica fraternità. Solo quando trasformiamo in realtà di vita quel messaggio e quella forza che ci viene dal Natale noi riusciamo a fondare una convivenza sociale diversa, solidale e rispettosa di ogni persona. Tutta la storia e tutto il cosmo sono pure assunti da Dio per essere destinati all'eterno, alla incorruttibilità. L'umanità di Gesù, la carne assunta dal Figlio di Dio, s'è unita alla divinità e ha percorso tutto il cammino di trasfigurazione e assimilazione al divino che l'ha portata con la risurrezione ad essere "rapita" dentro la Trinità. Questo nostro mondo ormai imbevuto di divino non ha altro sbocco che di divenire "cieli nuovi e terra nuova". Il che fonda l'unico serio materialismo che rende razionale anche l'attaccamento alle cose! Festa anche del corpo questa del Natale, perché Dio s'è congiunto alla nostra carne per fare la nostra carne parte della sua realtà divina! Dio non è competitivo nei confronti dell'uomo. E' proprio Lui, e per primo, a valorizzare l'uomo. Non c'è umanesimo più esaltante di quello cristiano. Non c'è motivo d'avercela con Lui! Certo vuole una risposta e una collaborazione nostra. Se l'uomo rifiuta e, credendosi padrone, fa di testa sua, distrugge tutto anche il più bel disegno di Dio. Non incolpiamo Dio del male che c'è in giro! Natale è sempre un nuovo riproporsi di Dio perché ogni uomo si apra a questa sua invadenza salvifica. Anche sotto l'albero di questo tuo Natale stanno i Suoi Doni; si tratta di scoprirli e farli tuoi, con gioia. Auguri! |