Omelia (03-12-2006) |
padre Antonio Rungi |
Incontro a Cristo con fede semplice ed umiltà profonda Inizia oggi, con la Prima Domenica di Avvento (Anno C), il nuovo anno liturgico. E come tutti gli anni questo tempo di Avvento ci prepara alla grande solennità annuale del Santo Natale. Tempo quindi particolarmente significativo per il cammino spirituale che ogni cristiano intende compiere non solo in vista del Natale, ma per tutto il nuovo anno che il Signore ci dona di iniziare nella fede e nella preghiera. I testi biblici di questa prima domenica ci immettono nel clima più vero del Santo Natale. Un clima di attesa, ma anche di impegno, un clima di penitenza, ma anche di gioia vera; un clima di vigilanza, ma anche di speranza. E' il Vangelo di Luca che, riprendendo i temi delle ultime domeniche dell'anno liturgico appena concluso, ci parla dell'attesa del Messia giudice: "In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo". C'è un forte appello a vivere nel mondo con lo sguardo fisso a ciò che sarà di noi dopo il tempo presente. La riscoperta di una morale ed etica personale viene attentamente messa alla nostra attenzione perché il Natale al quale ci prepareremo in questi pochi giorni di Avvento, sia soprattutto ricupero di un modo di vivere da cristiano, evitando eccessi di ogni genere; ma impegnando il nostro ingegno sul campo della preghiera e della vigilanza in modo da essere sempre pronti a rispondere alla chiamata del Signore quando egli verrà. Su questi aspetti morali insiste la seconda lettura tratta dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi: "Fratelli, il Signore vi faccia crescere e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti, come è il nostro amore verso di voi, per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù: avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già vi comportate; cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di più. Voi conoscete infatti quali norme vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù". Echeggia in questo testo tutta la dottrina morale di San Paolo, che è quella di piacere a Dio e non tanto agli uomini. Piacere a Dio significa fare la sua volontà ogni giorno e prepararsi quotidianamente all'appuntamento finale della nostra vita, vivendo nella carità e con l'essere irreprensibili nella nostra condotta. Chiaramente allusivo alla venuta del Messia, il testo della prima lettura tratto dal Libro del Profeta Geremia: "Ecco verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio di giustizia; egli eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla. Così sarà chiamata: "Signore-nostra-giustizia". Il germoglio di giustizia è Gesù Cristo, venuto sulla terra per portare pace e riconciliazione per l'umanità. Il Natale ci riporta al cuore dell'attesa di tutta l'umanità che è l'incontro con Cristo unico salvatore del mondo. Da questo incontro annuale nella liturgia a quello sicuramente molto più importante a conclusione della nostra vita quando Gesù, Giudice misericordioso, in base a come ci siamo comportarci, ci giudicherà degni o meno di vivere subito con Lui nella santa Gerusalemme del cielo, come ci ricorda il Prefazio di questa prima domenica d'Avvento: "Al suo primo avvento nell'umiltà della nostra natura umana egli portò a compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell'eterna salvezza. Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell'attesa". Se il Natale al quale da oggi iniziamo a prepararci con la necessaria fede e con un atteggiamento penitente ed orante insieme ci deve insegnare qualcosa, prendendo a prestito proprio gli insegnamenti del Bambino Gesù, questo qualcosa è l'umiltà, quella virtù che Gesù incarna in modo totale proprio assumendo su di se la natura umana, considerato il fatto che Egli è il Tutto e noi siamo il Nulla. Egli si abbassa fino a noi per rendere noi degni di Lui. Il Natale sia questo andare incontro al Verbo Incarnato ed Umanizzato con la fede semplice e l'umiltà profonda. Buona preparazione spirituale al Natale, immergendoci totalmente nel mistero del Verbo Incarnato. |