Omelia (12-12-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 2Cor 1,3-4 Dalla Parola del giorno Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio (...). Come un pastore Egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri. Come vivere questa Parola? Lasciarsi consolare da Dio è tanto importante! Nonostante le difficoltà e le sofferenze che a nessuno mancano in questa vita, solo lasciandoci consolare da Lui, raggiungiamo una pace, una serenità di fondo. Questo cammino d'Avvento è dunque anche l'esercizio del lasciarci interiormente persuadere che l'azione di Dio per noi è forte e tenerissima: paragonabile a quella del pastore. La società a cui la Bibbia si rivolgeva aveva tra le occupazioni principali, la pastorizia. E il ricordarlo ci aiuta a capire la forza e la tenerezza dell'immagine del pastore buono, che porta i suoi agnellini sul petto e accompagna le pecore madri misurando il passo. Nel vangelo odierno Gesù s'identifica nel pastore che va in cerca della pecora smarrita. Così mette a fuoco il senso più consolante dell'incarnazione: "Il Padre –dice Gesù- non vuole che si perda nemmeno uno solo di questi piccoli". E' come lo spalancarsi di un cielo invaso dalla luce. Ed è luce di profonda consolazione, tutt'altro che illusoria. Il cuore della storia, per chi crede, è questo! Oggi mi esercito a espormi a questa luce. Nel mio rientro al cuore, chiedo allo Spirito Paraclito (=Consolatore) che mi aiuti a percepirmi amato, cercato, portato sul cuore da Gesù. Chiedo di "leggere" il mistero dell'incarnazione in questa ottica e prego per poter essere capace di consolare i fratelli. La voce di Paolo, Apostolo delle genti Sia benedetto Dio il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. |