Omelia (18-12-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento Matteo 21,23-27

Dalla Parola del giorno
Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati.

Come vivere questa Parola?
In queste parole è il realizzarsi della profezia di Geremia: "Susciterò a Davide un germoglio giusto". E' infatti discendente di Davide Giuseppe, che riceve l'annuncio dell'angelo circa la divina maternità di Maria. Ecco: i grandi eventi della salvezza stanno per compiersi, ma ciò non avviene senza il coinvolgimento di quest'uomo giusto.
Egli ama Maria. Ha progettato di sposarla. Ed è un dramma per il suo cuore cogliere nella sua donna i segni di una maternità in cui egli non c'entra affatto. Le scarne parole del Vangelo dov'è detto che egli, essendo giusto, aveva deliberato di rimandarla senza fare scalpore, lasciano intravedere le abissali profondità di un grande amore coniugato ad un dolore apparentemente senza scampo. Però è solo la premessa al silenzioso dilagare di un grande bene. Giuseppe è chiamato a non possedere Maria per entrare nel progetto della redenzione come parte attiva. Sarà il custode di Gesù. Gli farà da padre in terra. Alla sua ombra matureranno le grandi cose del Regno.

Oggi, nel mio rientro al cuore, contemplerò il mistero di Giuseppe nel suo umanissimo dolore, ma anche la sua pronta adesione al volere di Dio. Chiederò di non irrigidirmi nella prova, di non chiudermi nell'amarezza. Verbalizzerò:

Signore, se tu mi chiedi un sacrificio è solo perché vuoi aprirmi a grandi grazie.

La voce di un antico Padre
Non badare a ciò che preferisci, ma sii attento a ciò che Dio vuole da te. Qualsiasi cosa tu faccia, abbi Dio davanti a te. E sii certo della sua salvezza.
Isaia di Scete