Omelia (06-12-2006) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
I poveri guariti e sfamati Gesù annuncia ed inaugura l'Avvento del Regno dando da mangiare miracolosamente alle folle che lo seguivano per ascoltare la sua Parola ed esser da lui guariti. Possiamo ben immaginare la gioia della folla con i suoi malati guariti, con la sua stanchezza svanita, il suo dolore calmato, le sue lacrime asciugate. Il banchetto Messianico già annunciato da Isaia è qui iniziato e prefigurato nella sua attuazione completa e finale. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli....eliminerà la morte per sempre... asciugherà le lacrime di ogni volto.(Isaia, 25,6-10) E' la salvezza che aspettiamo e che celebriamo nella fede e nella speranza, in modo speciale in questo tempo di Avvento. La celebriamo, ma celebrandola essa incomincia ad attuarsi, si mette in movimento verso l'attuazione piena e finale. La fede in Cristo, il seguirlo, sperare in lui, pregarlo, ascoltarlo non sono mai senza effetto; il miracolo della moltiplicazione dei pani, della guarigione, del non venir meno per fame, per stanchezza, per malattia non viene mai meno a chi lo segue, e ciò è sempre solo un pegno dell'avvento pieno del Regno, del banchetto finale con Cristo. "Ecco il nostro Dio: in Lui abbiamo sperato, rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza". L'Eucaristia che stiamo celebrando quotidianamente è il sacramento di questo banchetto: lo significa e lo attua. Essa è anche il sacramento della carità che anima chi lo riceve all'amore fattivo del prossimo. L'Avvento non è fatto solo di pii desideri e affetti, ma è soprattutto aspettativa operosa. Chiediamo allora al Padre che ci prepari ad essere degni di partecipare al banchetto del suo Figlio. Come? "Con la preghiera non arriverai mai tardi, col digiuno non diventerai più magro, e con l'elemosina non diventerai più povero". |