Omelia (05-12-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Luca 10,21-24 Dalla Parola del giorno Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Come vivere questa Parola? Gesù rivolge questa frase ai discepoli appena tornati dalla loro prima esaltante esperienza missionaria. Egli ne aveva positivamente commentato l'esito, concludendo, quindi, con un'esclamazione di esultanza: "Ti ringrazio, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli". Accostando le due frasi si coglie più facilmente il senso della beatitudine. Ovviamente non si parla di un "vedere" fisico, che i discepoli condividevano con tutti i contemporanei, ma di un "vedere" secondo la fede che è esclusivo dono del Padre. La beatitudine, allora, include anche noi, nella misura in cui ci lasciamo catalogare tra i "piccoli" del Regno. Sì, il segreto per "vedere" il Signore è qui: accettare la propria piccolezza, o, come dice altrove Gesù stesso, "farsi bambini". È il cammino dell'umiltà che purifica lo sguardo e permette di fissare il "Sole". Finché ci si nasconde orgogliosamente dietro il proprio "sapere", finché si pretende di far rientrare anche Dio nei propri angusti schemi valutativi, si resterà chiusi nella propria cecità. E questo anche se si è battezzati e ci si dichiara credenti. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi chiederò: sono tra i "piccoli" a cui il Signore si compiace di rivelarsi? Che cosa impedisce ai miei occhi di "vederlo"? Donami, Signore, un cuore semplice e umile, uno sguardo che "non si levi con superbia", perché possa riconoscerti nei tuoi frequenti passaggi. La voce di un Dottore della Chiesa La brama della vanità è il disprezzo della verità, e il disprezzo della verità è la causa della nostra cecità. S. Bernardo |