Omelia (14-12-2006) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Il Precursore Sono molti i Precursori, cioè uomini e avvenimenti con cui Dio ci fa conoscere il suo Inviato. I Profeti lo avevano annunciato come visto in visione sotto l'influsso dello Spirito Santo. Giovanni lo ha avvertito presente fin dal grembo materno, e ora lo ha visto e incontrato di persona; gli ha reso testimonianza con la sua parola, la sua vita e infine con sua morte la morte per la giustizia. Egli è l'Elia redivivo che la gente credeva doveva apparire prima del Messia. La sua morte violenta è il preannuncio di quella che aprirà all'uomo nel Regno dei cieli. Dio è fedele alle sue promesse. Il ricordo della fedeltà di Dio è il conforto e forza nelle nostre difficoltà quotidiane, nei momenti di sfiducia di fronte al male dilagante e prepotente, nei momenti di tentazione che ci fanno dubitare di Dio e di un Dio interessato di noi. Non temere! Quante volte sentiamo queste parole. Esse le incontriamo anche nei grandi annunci dell'Avvento – a Maria, a Giuseppe, ai pastori. Non c'è più nulla da temere con un Dio per Padre che ha dato il suo unico Figlio per salvare tutti noi. Ora Egli ci ascolterà e dalle sorgenti del Salvatore, scaturirà ogni abbondanza. La inaridita dal peccato rifiorirà: ci è stato riaperto il Paradiso, che la trasgressione del padre Adamo aveva chiuso. Alla fedeltà di Dio deve ora corrispondere la nostra. Per l'avvento del Suo regno anche il più grande sacrificio è ben poca cosa. La sorte del Precursore e di Colui che egli annuncia segna anche la nostra: Il Regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La partecipazione all'eucaristia ci rivela il senso cristiano della vita. Ci sostenga essa nel nostro cammino. |