Omelia (18-12-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
Mentre ci avviciniamo al Natale ci viene incontro anche la figura di Giuseppe. L'evangelista sembra voler sottolineare l'irregolarità della nascita di Gesù. Parla di Giuseppe e del dramma che sta vivendo. Come marito tradito avrebbe dovuto celebrare un divorzio ufficiale. In tal caso, Maria sarebbe apparsa come adultera e, quindi, rifiutata ed emarginata dai parenti e da tutti gli abitanti del villaggio. Giuseppe però voleva ripudiare la sua giovane sposa in segreto. Era un gesto di giustizia delicata, si potrebbe dire misericordiosa. Eppure quell'uomo giusto, ancor più delicato della legge, se avesse fatto questo avrebbe compiuto un gesto contro la giustizia più profonda di Dio. C'è infatti un oltre di Dio che l'angelo gli rivela. Giuseppe lo ascolta e comprende quello che sta accadendo attorno a lui e dentro di lui. Diviene così discepolo del Vangelo. E l'angelo continuò: "Tu lo chiamerai Gesù". Giuseppe deve riconoscere e dire chi è quel figlio. Per questo è l'immagine del credente che sa ascoltare e sa prendere con se Gesù. Se ascoltiamo il Vangelo anche noi riusciremo a prendere con noi Gesù come l'amico dei nostri giorni, di tutta la nostra vita. |