Omelia (13-12-2006)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Perché dici, Giacobbe, e tu, Israele, ripeti: "La mia sorte è nascosta al Signore e il mio diritto è trascurato dal mio Dio?"

Come vivere questa Parola?
Una tentazione che, subdolamente, può insinuarsi un po' in tutti quando gli affanni ci assalgono e le prove sembrano superare le nostre forze. Non ci è mai capitato di dire, in preda all'angoscia: «Ma Dio dov'è? Perché tace? Perché non interviene? Perché "non lo sento"?». Un grido tanto vicino a quello di Giobbe, il "giusto" Giobbe! Sono i momenti in cui percepiamo Dio nella sua smisurata grandezza e il nostro essere nella sua estrema debolezza. Una distanza insuperabile... Almeno così la viviamo noi. È il momento della fede pura, il momento in cui ripetere: «Credo nel tuo amore!», richiamando il consolante invito di Gesù: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò!». Allora, con gioioso stupore, ce lo troveremo accanto. Sì, Egli è lì, anzi era già lì, a sostenerci con la sua grazia, perché non soccombessimo alla prova. Dio - non dimentichiamolo! – è Padre, ma non paternalista. Ci dona la sua grazia, ma non si sostituisce a noi nella lotta. Ci viene incontro, ma non rimuove tutti gli ostacoli, perché sa che solo così la nostra fede si irrobustisce, la speranza diviene fervida attesa, l'amore abbandono fiducioso. Non a caso Gesù continua dicendo: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime». Il "ristoro" che Dio ci promette è legato all'accoglienza della vita, così come si presenta nel suo intreccio di gioie e di dolori, con un cuore mite e umile.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò a contemplare Gesù nel suo atteggiamento mite e umile e gli chiederò di plasmare il mio cuore a immagine del suo.

Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo!

La voce di una martire del XX secolo
Nell'aridità e nel vuoto l'anima diventa umile. L'orgoglio di un tempo sparisce quando in se stessi non si trova più nulla che dia l'autorizzazione a guardare gli altri dall'alto in basso. L'anima deve considerare l'aridità e il buio come buoni presagi: come segni che Iddio le sta al fianco, liberandola da se stessa, strappandole di mano l'iniziativa.
Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)