Omelia (17-12-2006)
don Roberto Rossi
La gioia e l'amore

Ci sono alcune parole fondamentali nella liturgia di oggi: La gioia e l'amore, la gioia e l'impegno; l'impegno e l'amore che danno la gioia.
Quali i motivi della gioia? Il Signore ha revocato la condanna, ha perdonato i peccati..
Il Signore è in mezzo a te, è un Salvatore potente. Il vero motivo della gioia: il Signore è vicino!.
"Rallegratevi nel Signore, sempre, ve lo ripeto, rallegratevi: il Signore è vicino". "Non temere, non lasciarti cadere le braccia: il Signore Dio che è vicino a te, è un salvatore potente". Quanto è importante affrontare le situazioni e i problemi della vita con la luce della fede! E' importante essere sereni, avere fiducia, non scoraggiarsi. Il Signore è vicino, con noi c'è il Signore, Lui sa di che cosa abbiamo bisogno. Anche nei momenti più difficili, vogliamo credere e sperimentare che è un Salvatore potente e farà tutto per noi, anche al di là delle nostre attese.
E il messaggio del vangelo ci indica la strada della gioia che consiste nell'amore al prossimo e nella fedeltà ai nostri doveri. Il vangelo parla deim gesti concreti della conversione.
A Giovanni si rivolgono anche persone fuori della legge ebraica: pubblicani, soldati.
Ha una parola per tutti, e molto pratica
Giovanni Battista ci dice come dobbiamo vivere l'Avvento, come dobbiamo vivere davanti al Signore, nell'attesa di Lui, come dobbiamo vivere la vita, nella scelta dei valori fondamentali. Alla domanda: Che cosa dobbiamo fare? Egli risponde: "Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha e chi ha da mangiare faccia altrettanto".
Quale concretezza se vogliamo vivere la conversione del cuore e della vita, se vogliamo vivere la giustizia e dare dignità e possibilità di esistenza a chi ci è fratello, ovunque si trovi! "Possiedo ciò che ho donato", ha scritto qualcuno. Sulla terra possiedo ciò che ho messo in banca; per la vita terna, possederò ciò che ho messo nella banca di Dio, che è il prossimo: la famiglia (la sana cura della famiglia), gli altri (le situazioni che incontro e nelle quali posso intervenire), i poveri e i sofferenti (presenza specifica di Cristo).
Come è attuale e necessario questo richiamo nel mondo di oggi, in tante situazioni vicine e lontane! Il mondo vive le forme più gravi dell'ingiustizia: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri (o impoveriti, a causa dello spreco dei ricchi).
Come cristiani siamo chiamati per primi alla conversione, cioè a servire la verità e la dignità di ogni vita, di ogni persona. Siamo chiamati a vivere la sobrietà, per non lasciarci scivolare nella logica del consumismo e dello spreco, per imparare a condividere con gli altri quanto abbiamo.
Abbiamo anche il dovere di denunciare, richiamare, testimoniare, perché il mondo cambi rotta, anche se può sembrare impossibile (ma nulla è impossibile a Dio e agli uomini di buona volontà). Possiamo farlo anche con piccole azioni concrete: solo così possiamo sentirci "uomini" e "cristiani".
"Chi ha due tuniche..." "E' dando che si riceve..." dice la preghiera di S. Francesco.
Ognuno deve compiere bene il proprio dovere. Giovanni, ai pubblicani, risponde: "Non esigete nulla di più di quanto è dovuto"
Ai soldati ricorda di accontentarsi delle proprie paghe e quindi di non fare violenza per i propri interessi.
"Dopo di me viene uno che è più grande di me". E' il momento in cui si vede la grandezza e l'umiltà di Giovanni Battista. Non è venuto per sé, non ha attirate le persone a sé, ma le ha preparate per il Cristo e ora gliele vuole affidare. Sentirà anche lui le strette al cuore dell'istinto umano, ma sa gioire perché seguono Gesù, il vero Salvatore, come faranno anche due dei suoi discepoli.
Prepariamo il Natale: cerchiamo di incontrare il Signore. L'incontro col Signore può cambiare la vita. La gioia nasce proprio quando si cambia il cuore, quando si lascia spazio a Dio. E' importante lasciarsi scuotere, illuminare, convertire e santificare dalla presenza di Dio nella nostra vita.
La conversione è preparazione del cuore, è vivere in questo tempo con particolare intensità i sacramenti: la confessione (preparata dall'esame di coscienza, in quella retta coscienza del peccato che ci fa rivolgere a Dio con fiducia), la S. Comunione, che è il Signore Gesù in noi e noi in Lui; il Signore Gesù che mi spinge e mi dà la forza di condividere la tunica e tante altre cose con chi non ne ha; che sente data a lui quella tunica (e le altre cose) che diamo a chi non l'ha.