Omelia (17-12-2006)
Monastero Janua Coeli
Che cosa dobbiamo fare?

Terza Domenica di Avvento, domenica Gaudete... Perché rallegrarci?! Siamo alle porte di Betlemme ormai. Ci incamminiamo? Non ci sono scuse per dire: ho da fare, aspetta un attimo... così facendo, passa la vita. Lascia stare, c'è qualcosa di più importante per la tua vita, vai a Cristo; fermati un attimo, è quasi Natale. Non andare a fare regali, perché il regalo c'è già, Gesù. E se quest'anno regalassi ai tuoi un vangelo invece che panettoni e gioielli? il vangelo della tua presenza e del tuo ascolto? E se il vangelo lo regalassi a te?... buona preparazione a Natale!

Che cosa dobbiamo fare?

MEDITAZIONE
Domande
Non sono degno di sciogliergli il legaccio dei sandali. Quale umiltà in Giovanni il Battista! Essere uno schiavo di Cristo è comunque un privilegio, perché suppone un contatto, una considerazione, una vicinanza. Il vivere accanto alla Fonte della grazia è già nutrirsi di grazia, vivere di santità... E noi che ascoltiamo la sua Parola e ci accostiamo all'Eucaristia come nulla fosse? Ci pensiamo che Colui che incontriamo abitualmente è il Creatore del mondo, il Padre della gloria, il Dio vivente?!

Chiave di lettura
Una domanda da portarsi dietro come imput per tutta la settimana. Siamo già alle porte del Natale, e vale la pena chiedersi... e anche ascoltare la risposta di Giovanni il Battista. Ci troviamo bene tra la folla che va da lui in cerca di sicurezze? Ci è chiesto di tenere per noi ciò che è essenziale e di dare il resto a chi non ne ha. Ci riconosciamo pubblicani bisognosi di rinascita? Ci viene chiesto di non pretendere dagli altri più di quello che è necessario. E se siamo soldati, in diritto di esigere qualcosa? Ci si chiede di non maltrattare e di non estorcere, di essere contenti di ciò che il potere ci dà, senza abusare a scapito di altri. Qualcuno penserà: io non rientro in queste categorie. Che devo fare? Possibile che tu non sia uno della folla? Apparterrai al genere umano oppure no? Non ti sei mai sentito bisognoso di rinascere? O galvanizzato per la tua posizione che ti dà potere su altri? Basterebbe essere un genitore per avere potere su un figlio o un insegnante su un alunno incontrollabile o un camionista su una utilitaria per strada... È tempo di conversione per tutti. E una domanda in fondo al cuore non manca ad alcuno. L'attesa fa parte di noi. L'unico rischio è quello di scambiare una persona santa, significativa, importante per il Cristo. La nostra fede si arresta spesso all'acqua del Giordano, a un sentimento di bontà e di domanda, non va oltre fino al battesimo di Spirito Santo e fuoco. Il cambiamento del primo accostamento è una apertura a qualcosa di più. Lasciamoci incontrare perché la nostra aia si purifichi interamente e nei granai il frumento sia ripulito e raccolto. Manca poco più di un respiro a che Lui venga e faccia di noi la sua dimora. Andiamo a Betlemme, non fermiamoci sulle rive del Giordano. Il deserto è spazio di attesa, è tempo di entrare nella casa del Pane.

PREGHIERA
Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi.
La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! (Fil 4,4)

CONTEMPLAZIONE

Signore, depongo ai tuoi piedi le mie tristezze e le mie paure. Ho sentito oggi la parola di Paolo che ci esorta a rallegrarci nel Signore, sempre. E io mi ritrovo invece scontento e amareggiato, in pena per ogni nonnulla, preoccupato all'inverosimile, angosciato e trepidante rispetto a ciò che potrà ancora avvenire. Il tuo Spirito consumi ogni mio sentire che abbia sapore di sfiducia, di non speranza. Se solo riuscissi ad apprezzare la bellezza della mia chiamata a seguirti, del mio starti accanto, della mia "fortuna". Ma cosa vale più al mondo che l'averti conosciuto, Dio dell'universo? Se solo fossi convinto della tua presenza al mio fianco, mi sentirei un combattente scelto al servizio dell'amore e della gioia. Andrò a cercare i pastori, persone abituate ai freddi invernali e a cammini pericolosi perché mi accompagnino a Betlemme e mi narrino il segreto della loro forza. Chissà che le mie tristezze non siano il timore di crescere? Chissà che io non abbia la voglia di rimboccarmi le maniche e costruirmi la vita e sia lì ad aspettare la pappa pronta?! Le notti stellate mi parlino di te e mi invitino ad uscire dal tepore rassicurante delle mie certezze per amare l'aria fresca dell'uscire allo scoperto e finalmente essere un uomo, capace di grandezze e di conquistare le vette...

Il Vangelo in mano ai piccoli
Le parole che Giovanni nel deserto rivolge a chi va a farsi battezzare sono parole che cambiano il modo di vivere. Sì, perché prepararsi ad accogliere Gesù che nasce vuol dire fare il presepio nel mondo del cuore. Il cuore è la grotta, la stella cometa è la luce dell'amore. I personaggi sono i nostri sentimenti. Allora chi sarà la bontà? Un pastore che porta un agnellino a Maria e a Giuseppe perché possano sfamarsi. Quando tu dai qualcosa di tuo a chi non ne hai, hai messo un pastore al tuo presepio. Chi sarà la gioia? Un pastorello che canta con il suo flauto una ninna nanna al bambino. Quando tu consoli chi è nel dolore, metti il pastorello che suona, e la ninna nanna sarà il flauto della speranza che rallegra Gesù. Chi sarà la pazienza? Il bue che resta lì accanto a riscaldare con il suo respiro la grotta perché il bambino non soffra il freddo. Quando tu non reagisci male, anche se vorresti, a una cosa che ti va storta, metti il tuo bue. Chi sarà la perseveranza? L'asinello che da Nazareth ha accompagnato Maria e Giuseppe e Gesù nel grembo della mamma fino a Betlemme, un viaggio lungo ma pieno di gioia. Quando tu continui a impegnarti anche se non hai voglia, metti il tuo asinello a disposizione della santa famiglia. Chi sarà l'accoglienza? La mangiatoia che fa da culla al Figlio di Dio fatto uomo. Quando tu ti lasci "mangiare" e accogli chiunque ti chiede qualcosa di importante, senza sbuffare, metti la mangiatoia sotto Gesù Bambino. Allora vuoi preparare il presepio nel tuo cuore? Manca poco a Natale, devi sbrigarti!!!!