Omelia (24-12-2006)
don Maurizio Prandi
Si mise in viaggio...

Maria si mise in viaggio... è questa la prima parola del vangelo che ci viene consegnata in questa domenica di vigilia, IV^ di Avvento. Bello che l'annuncio che l'angelo fa metta Maria in cammino. Chi riceve una Parola che è da Dio non può stare fermo, non può stare rinchiuso ma deve uscire, andare, annunciare... così come Maria porta ad altri la creatura che custodisce nel grembo, così anche noi dobbiamo vivere la fretta di incontrare fratelli e sorelle cui annunciare la bellezza di un Dio che come dicevo domenica scorsa si mescola, si impasta, si fa tutt'uno con la nostra umanità. Il sogno di ogni ragazza d'Israele si avvera in Maria e penso allora alla diversità di come io reagisco di fronte al raggiungimento di una meta, di un obbiettivo che mi sono prefissato, ed è l'esatto contrario di quello che vive Maria: in me scatta il senso del giusto riposo, del meritato riposo... Maria invece, ripeto, si mette in cammino, come in cammino si metterà, trent'anni più tardi il Battista dopo che la Parola di Dio scende su di lui nel deserto è Ed egli percorse tutta la regione del Giordano predicando... la visita di Dio è per l'annuncio, la visita di Dio è per la missione, la visita di Dio è per essere comunicata, restituita ai fratelli e alle sorelle.

Quante persone in cammino durante il tempo di Avvento e poi di Natale!!!
- Il cammino di Dio nella prima domenica ricordate? Viene sulle nubi... un Dio che non guarda le nostre lontananze, un Dio che non resta chiuso nei cieli ma ci viene incontro.
- Il cammino del Battista nella seconda domenica come ho già accennato...
- Il nostro cammino, simboleggiato dal cammino di folle e pubblicani che vanno a interrogare Giovanni e a farsi battezzare da lui.
- Oggi il viaggio di Maria, la sua fretta...
- Il giorno di Natale, intreccio di altri cammini, di altri percorsi, di altre vite è quello della Santa Famiglia, quello dei pastori e di altre semplicissime e normalissime persone, quello di Dio, che in Gesù si fa Bambino.
- Più avanti quello dei Magi...

Questa domenica e non solo, ma anche durante tutto il tempo di Natale ci viene detta quale è la nostra responsabilità: non chiuderci, non fermarci, ma intrecciare la nostra vita con quella delle altre persone così come Dio intreccia la sua vita con la nostra.

C'è poi una seconda riflessione che voglio condividere con voi e che sento importante. E' un po' che mi frulla per la testa ma non riuscivo a renderla un po' organica e comunicabile. La seconda lettura di oggi (un corpo mi hai preparato) e due testi della comunità di Bose (Eucaristia e Parola in Vita e Pensiero e Il corpo ed Quiqaion) ai quali mi rifaccio ampiamente mi hanno aiutato a chiarire un po' di più e quindi provo a dire... celebrare il Natale vuol dire sottolineare l'importanza del nostro corpo, perché la storia della rivelazione è storia del luogo di dimora che Dio cerca tra gli uomini. Abbiamo capito le settimane scorse quali sono i criteri con i quali Dio cerca e sceglie; sceglie ciò che è piccolo, sceglie ciò che è povero, sceglie ciò che non si impone: quindi Betlemme diventa il luogo per la manifestazione del Messia, il grembo della Vergine diviene luogo di dimora del Signore, il corpo umano è il luogo dell'immagine e somiglianza... Il corpo allora è un luogo spirituale proprio perché è sacramento della presenza di Dio tra gli uomini e questo nelle letture e nel Vangelo di oggi appare in modo evidente; è soprattutto in questo tempo di Avvento che con stupore possiamo contemplare il mistero di Dio che si fa uno di noi: portato nel grembo per nove mesi come ogni uomo, per nove mesi questo grembo è sua casa, suo cibo, sua vita. Come per ognuno di noi anche per il Figlio di Dio il corpo di una donna è il suo primo mondo. La forte sottolineatura che Luca fa sull'incontro delle due donne incinte e dei loro corpi e sulla felicità che entrambe vivono, mi fa venire in mente l'analogia che alcuni rabbini fanno tra il sostantivo basar, che indica il corpo, e il verbo bisser, che significa "annunciare, dare una buona notizia" è nel corpo dell'uomo è insito un annuncio, una buona notizia, un evangelo. Certamente i sensi hanno bisogno di purificazione, il rapporto con il corpo è sotto il segno di paura ed angoscia, e tuttavia il corpo ha in se' un messaggio che è già evangelo. E questo è tanto più evidente dopo che Gesù Cristo ha compiuto l'opera della salvezza nel corpo, mediante l'offerta del corpo. (L. Manicardi)

"Signore Gesù, fa' che possiamo imparare questo da Te: a vivere il nostro corpo come unico e irripetibile luogo nel quale ascoltare la chiamata a esistere con gli altri e per gli altri, per giungere a fare della nostra vita un dono, un'offerta, l'offerta che Gesù stesso ha fatto sulla Croce".