Omelia (24-12-2006)
don Ricciotti Saurino
Due grembi

Nel grembo si realizzano le vicende più belle della storia, quasi ad intendere che il mirabile ha bisogno di accoglienza e di calore. Il grembo è il segno dell'ospitalità, dell'abbraccio, della cordialità... Non a caso si trova al centro dell'organismo e all'ombra del cuore.
E' il grembo della terra che risveglia il seme, è il grembo di una donna il nido ospitale di un figlio, è lì che consapevoli mani prodigiose tessono il capolavoro di un corpo, ed è lì, nel grembo della nostra vita, che ci visita il Signore...
Nelle viscere della nostra profondità Lui si accoccola, nel fondo del nostro essere trova il Suo rifugio, lì, dove nessuno immagina ci sia, Egli si cela senza timore di invadere e di essere scacciato...
Lì, dove ha trovato origine la nostra esistenza e da dove parte ogni nuova vita.
E' il mistero di un Dio che non irrompe mai con potenza, ma che, come silenziosamente ha iniziato la nostra storia, altrettanto silenziosamente la segue e la sospinge, aspettando che qualcuno si accorga di Lui e gioisca della Sua presenza.
Solo un occhio vigile può scorgerne l'esistenza... solo un cuore attento può percepirne il contatto... solo un animo delicato e sensibile può gioire della vicinanza del Suo Spirito...
Solo un sincero cercatore di Dio può inabissarsi dentro se stesso e risalire con la certezza d'averLo incontrato...
Qualcuno, invece, ci proietta spietatamente fuori illudendoci di trovarLo altrove e chiude inesorabilmente la finestra su di Lui. Taglia così il cordone della nostra origine e ci rende ingenui orfani del divino.
Due grembi si incontrano nella casa di Zaccaria, quello di una vergine e quello di una anziana...due grembi nei quali trova accoglienza un unico progetto celeste. E' proprio nella impossibilità della maternità umana che Dio interviene prodigiosamente e rivela la Sua Onnipotenza. Quando è evidente l'assurdità per l'uomo, diventa chiaro l'intervento di Dio.
Sono ambedue gonfi dello stesso Soffio, accoglienti con lo stesso amore materno, e perciò due grembi reciprocamente sensibili.
L'esultanza nello Spirito diventa sussulto e si fa espressione di gioia dell'uno verso l'Altro, gioia del primo incontro, inconsapevole per le madri, ma felice convergenza per l'Autore di quelle esistenze.
Inizia così l'armonia della salvezza, inizia dalla presentazione degli interpreti che, su palcoscenici diversi, con scenografie difformi, con caratteristiche differenti, con intrecci soffusamente velati, si apprestano ad intraprendere la realizzazione di un'unica trama.
L'ossequio al protagonista è d'obbligo, ma questa volta non è per la bravura, né per il ruolo principale, ma è per la dignità del personaggio... E' proprio il Figlio del Padre dei cieli, che non simula davanti ad un macchina da presa, ma che vive in prima persona l'amore fino allo spargimento del sangue.
Davanti a Lui avviene la gioiosa sottomissione di Giovanni, davanti alla Sua mamma la riverenza di Elisabetta. Sono i primi adoratori del Mistero racchiuso nel grembo, e saranno i primi di una lunga serie che coinvolgerà tutte le generazioni.
Anche noi ci inchiniamo devoti davanti alla straordinaria presenza dell'Innocente bambino di Maria, consapevoli che l'accoglienza fisica è riservata a Lei, ma che l'ospitalità spirituale nel nostro grembo e la nostra beatitudine si realizzano per noi quando, come Lei, crediamo 'nell'adempimento delle Parole del Signore'.