Omelia (02-02-2003) |
padre Paul Devreux |
Lc 2,22-40 Oggi il Vangelo ci parla della presentazione di Gesù al Tempio. Noi non sapremmo nulla di questi fatti se Maria non li avesse raccontati a qualcuno. Inoltre, se se n'è ricordato e li ha raccontati, significa che sono stati momenti importanti per lei. Proviamo a capire cosa ha vissuto mettendoci nei suoi panni. Innanzi tutto le avrà fatto piacere vedere che suo figlio non passa inosservato, nella casa del Padre, soprattutto dopo l'esperienza di non accoglienza fatta a Betlemme. Forse avrà anche un poco di paura per il sentirsi inadeguata e incapace di difenderlo in caso di difficoltà. Infatti il testo dice che "la madre e il padre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui." Non ci deve stupire il fatto che si stupiscano; è normale che puntano a vivere la presenza di questo figlio come una cosa il più normale possibile. Ma le frasi di Simeone hanno colpito Maria. Gli sono entrate dentro come una verità bella, ma anche dura, che viene a completare ciò che già sa di questo bambino. Maria l'avrà percepite tanto vere quanto incomprensibili. Sono parole che gli entrano dentro, come una luce che si illumina sempre di più, con il passare degli anni, seguendo Gesù fino alla Croce. Perciò dopo, non può fare a meno di raccontalo; perché è successo tutto come aveva detto Simeone! Come avrà fatto Simeone, ad intuire tutte queste cose, semplicemente vedendo entrare una giovane coppia che, come tante altre, viene a presentare il suo bambino al Tempio? Questa è una di quelle cose che l'aiutano Maria e noi, a credere nella presenza di Dio nel mondo, e nella straordinarietà di questo bambino. Anche la profetessa Anna conferma questa presenza di Dio e la benedizione che rappresenta questo bambino. Maria esulta interiormente ascoltando e guardando questi due anziani e Dio in loro che viene a fargli festa e a parlargli. Sempre di più si convince che ha fatto proprio bene ad aderire alla proposta dell'Angelo Gabriele. Proviamo ad entrare anche noi nel Tempio del Signore tenendo stretto tra le braccia questo Bambino, per vedere e ascoltare cosa ci dice il Signore. |