Omelia (06-01-2007) |
Suor Giuseppina Pisano o.p. |
Commento Matteo 2,1-12 "Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia"; è la gioia inesprimibile dell'incontro profondo con Cristo, che oggi la Chiesa celebra, ricordando l'evento della manifestazione del Figlio di Dio, ai " lontani" rappresentati dai Magi. Questa dell' Epifania, è una festa antica, la cui celebrazione, sembra esser precedente al Natale, ed era, la festa più importante della cristianità, per la prima metà dell'anno solare; le sue origini storiche, non sono molto chiare nei dettagli, del resto, questa solennità è importante, più che per il riscontro storico, per il suo contenuto teologico, che, per molto tempo, ha riunito in un'unica festa: la nascita di Cristo, il suo battesimo, l'arrivo dei Magi e le nozze di Cana. Di questa sintesi, resta una traccia nei testi della Liturgia delle Ore; così infatti canta uno degli inni: "I magi vanno a Betlem e una stella li guida ........................ Il Figlio dell' Altissimo s'immerge nel Giordano, .......................... Nuovo prodigio a Cana, versan vino le anfore"; mentre l'antifona al cantico del "Bendictus" recita: "Oggi, la Chiesa, lavata dalla colpa nel fiume Giordano, si unisce a Cristo suo Sposo; accorrono i Magi, con doni, alle nozze regali, e l'acqua, cambiata in vino, rallegra la mensa". Col passar dei secoli, i tre eventi hanno avuto una celebrazione propria, in modo che i diversi aspetti dell'unico mistero di Cristo, Figlio di Dio e Redentore, fossero, meglio contemplati dai credenti, e il loro significato approfondito. Così, dopo la celebrazione della Natività, e quella molto prossima del Battesimo, oggi, la Chiesa celebra l'Epifania, che, con la manifestazione della divinità del bambino Gesù, è anche la chiamata di tutte le genti a Lui, unico Salvatore. Il segno privilegiato di questa festa è la stella; quella cometa, comparsa sulla grotta di Betlemme, che, storica o no, rappresenta la luce di Cristo, essa è il segno che il Figlio di Dio, incontrato dai pastori prima, e poi dai Magi, è la Luce vera che illumina il mondo, quella luce che ogni uomo desidera, nella propria vita, luce che è anche salvezza, quella che, sempre, l'umanità, in ogni epoca della storia ha atteso, e ancora attende. Risuonano, a questo proposito, le parole, pronunciate dal Papa, durante l'ultimo discorso di Natale: "Ha ancora valore e significato, un Salvatore per l'uomo del terzo millennio...che ha reso il mondo un villaggio globale?"; si l'uomo, talvolta, ha riposto la sua speranza in qualche fittizio "Messia", che tuttavia, non ha portato né pace né salvezza; e anche nel nostro tempo, questa orgogliosa tentazione è forte; tuttavia, ad ascoltar bene le voci della storia presente, si può sentire, come lo stesso Pontefice afferma: "l'invocazione straziante di aiuto che si leva dal fondo di questa umanità gaudente e disperata..." ( Messaggio Urbi et Orbi - Natale 2006) La risposta, a questo grido, viene dal Bambino di Betlemme, che, anche a noi, si ripropone come luce; "...in Lui era la vita, scrive Giovanni, e la vita era la luce degli uomini, e la luce nelle tenebre brilla....era la vera Luce, quella che veniva nel mondo...e a quanti l'accolsero diede il potere di diventare figli di Dio: a quanti credono nel suo nome..." ( Gv.1,4-12) Questa luce, che è lo stesso Verbo, incarnato in Cristo Gesù, è quella stessa luce, che Isaia aveva come visto, dal suo lontano tempo, quando disse quelle parole stupende, ricche di poesia, che oggi la liturgia ci fa rileggere: "Alzati, rivèstiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te... ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te...cammineranno le nazioni alla tua luce...guarda, i tuoi figli vengono da lontano...".( Is.60,1-4) Quella luce, da duemila anni, illumina la storia dell'uomo ed indica ad ogni uomo la via della salvezza e della pace. Si, è vero che a tanti, la verità di Cristo, non è ancora giunta, come è vero, che molti l' hanno rifiutata e, in diversi modi, tradita, sostituendo ad essa, altre sorgenti di luce fittizia, che non consentono di costruire un mondo giusto e solidale; ed è, quel che, in parte, viviamo, nel nostro tempo di globalizzazione e di molteplici inquietudini, ma che, proprio per questo, ha bisogno di salvezza. A questo nostro mondo, ad ogni uomo o donna, Cristo rivolge ancora il suo invito alla salvezza; lo rivolge attraverso il ministero della Chiesa e l'opera di evangelizzazione di ogni credente, evangelizzazione che, come Paolo insegna, è dono della grazia di Dio a beneficio di tutti, un dono reso visibile in Gesù di Nazareth, il Cristo, nel quale, tutti, siamo chiamati per " partecipare alla stessa eredità, e formare lo stesso corpo, per essere partecipi della promessa...".( Ef 3, 2 3 5 6) La stella, i Magi, i doni, sono i segni dell'Epifania, che celebriamo, che proclamiamo a chi, ancora non ha visto la luce, che è Cristo, il Dio che si dona, che è venuto, e resta come dono per l'uomo, dono della figliolanza, dono dell'eterna e beata comunione col Padre; il Figlio di Dio, sempre, attende, che da lontano, arrivino tutti quei figli, redenti dal suo sangue, e portino, non doni, segno di una qualche ricchezza, ma portino in dono se stessi, il loro amore e la loro adorazione, all'unico Dio che è Padre e Salvatore. Questo desiderio, questa grande speranza, che tutta l'umanità si volga a Cristo, li troviamo espressi nel salmo responsoriale, che canta: Nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace, finché non si spenga la luna. E dominerà da mare a mare, dal fiume sino al confini della terra Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra ................................. A lui tutti i re si prostreranno. lo serviranno tutte le nazioni. Egli libererà il povero che grida e il misero che non trova aiuto, avrà pietà del debole e del povero e salverà la vita dei suoi miseri. ( dal Sl.71) L 'Epifania, non è una festa per bambini, ma la celebrazione della personale ed universale chiamata ad incontrare ed accogliere Cristo Salvatore, compagno di vita, via di libertà e di pace; ed è perciò, un rinnovato impegno, da persone adulte, che maturano un serio cammino di fedeltà. La simbolica stella dei Magi, è lo Spirito, presente ed operante nella Storia, egli ci insegna a individuare e comprendere, i "segni " della presenza di Dio, anche nel nostro tempo, nelle nostre società e nella nostra vita personale. Si, in ogni esistenza, che aneli alla salvezza, Dio si fa presente, e anche questa, è una solenne Epifania; ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ne ha fatto l'esperienza e, come gli antichi Magi, ha provato " una grandissima gioia" che è la consolazione che viene da Dio, dalla sua pace che va oltre le nostre stesse capacità espressive, una gioia che vive, luminosa, in fondo all'anima. Sr M.Giuseppina Pisano o.p. mrita.pisano@virgilo.it |