Omelia (06-01-2007)
Omelie.org (bambini)


Oggi celebriamo una festa molto molto importante: l'Epifania del Signore.
Certo che è una parola strana "Epifania"! Sapete che cosa significa? Epifania è una parola che viene dal greco e vuol dire: "manifestazione". In questo giorno celebriamo infatti la certezza che il Signore Dio manifesta il suo Amore ad ogni persona, cioè si fa vedere e conoscere agli uomini e alle donne di ogni parte del mondo.
Avete visto nel presepe le statuine dei Magi, vero?
Chi sono i Magi? Sono uomini saggi, studiosi, astronomi: sanno riconoscere le stelle, il loro spostarsi nel cielo. Sanno interpretare il significato di quello che accade nella natura. Non sono ebrei, non appartengono al popolo di Israele. Non hanno mai sentito parlare del Messia. Però, studiando la volta celeste hanno visto sorgere una stella particolarmente brillante, forse una cometa. L'apparire di questa stella nuova e bellissima nel suo splendore, fa intuire a questi sapienti che lontano dal loro Paese sta accadendo qualcosa di importante, un avvenimento speciale, forse la nascita di un Re.
Decidono così di partire avendo come punto di riferimento per il loro viaggio la nuova stella che hanno visto in cielo. È una stella che si sposta e loro la seguono, procedendo per lunghissimi chilometri.
Quanti sono i Magi? L'evangelista Matteo non ce lo dice. Riferisce solo: "Alcuni Magi giunsero da oriente".
Nei nostri presepi di solito troviamo tre statuine per rappresentare i Magi e spesso sono raffigurati con tre fisionomie precise: il volto olivastro di un asiatico, il volto bruno di un mediorientale e il volto scuro di un africano. Visto che il Vangelo non specifica, la tradizione ha fatto in modo di dare questi volti ai Magi per rappresentare tutti i popoli che cercano Gesù. È un modo semplice e bello per dire che Gesù non solo è il Messia atteso da Israele, ma è atteso e cercato dalle genti di tutto il mondo.
Anche se non sappiamo esattamente quanti sono né da quale Paese del mondo partono, sappiamo che i Magi si mettono in viaggio per cercare il Re la cui nascita è annunciata dalla stella.
Quando giungono vicino a Gerusalemme, improvvisamente non riescono più a vedere la stella, che li aveva guidati fin lì. Entrano allora in città e si dirigono a palazzo di Erode per chiedere informazioni: pensano, infatti, che se è nato un Re, di certo sapranno dar loro indicazioni al Palazzo reale!
Ad accogliere i Magi è Erode, un re vecchio e crudele, che ha una grande paura di perdere il trono e il suo potere. Quando sente i Magi parlare di "Re dei Giudei" subito si allarma, si preoccupa davvero molto e fa' chiamare i sapienti di corte e i sacerdoti del Tempio. Queste persone conoscono a fondo la Sacra Scrittura e subito rispondono: "Se è vero che è nato il Messia, egli è nato a Betlemme": "Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta".
Quando leggo questi versetti del Vangelo resto sempre stupita: com'è che tutti questi sapienti sanno dare le indicazioni giuste ai Magi, ma non si mettono anche loro a cercare il Messia? Forse, sono talmente convinti di possedere la verità che non danno neppure ascolto ai Magi che giungono da lontano. I saggi, gli scribi, si saranno detti: "Che cosa mai possono saperne questi stranieri? La stella... il Re... lasciamo perdere, questi del Messia non possono sapere niente!"
E non si sono curati di andare con i Magi.
Erode, invece, prende molto sul serio le notizie portate dai Magi, ma per un altro motivo: non gli interessa trovare il Messia, è solo preoccupato per il suo trono e la nascita di un nuovo Re potrebbe essere una minaccia per lui.
E cosa fa quel furbastro di Erode? Ce lo racconta Matteo: "Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo»".
See, figuriamoci! Altro che adorare il Bambino! Erode è un gran bugiardo e vuol trovare il neonato per ucciderlo, ma questo i Magi non lo sanno e partono verso Betlemme. Il loro cuore è fiducioso anche perché ricompare la stella sulla loro strada: "Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia."
Dev'essere stata davvero una gioia immensa quella che avevano nel cuore i Magi: pensate da quanti mesi stanno viaggiando per seguire la stella, ed ecco che finalmente sono giunti alla casa dove si trova il Bambino che cercano!
"Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra."
Aspettandosi di andare da un Re, i Magi hanno portato doni degni di un sovrano: gioielli d'oro, gemme di incenso che è un profumo pregiato, e vasetti di mirra che è un unguento molto prezioso. Offrono i loro doni e si inchinano per adorare quel bimbo. Il Vangelo dice proprio che si prostrano: cioè si piegano fino a toccare con la fronte il pavimento. In Oriente questo è il massimo omaggio che può essere rivolto a una persona.
Che cosa avrà pensato Maria vedendo giungere questi ospiti speciali da così lontano e con tanti doni? E i Magi, saranno stati stupiti di scoprire che il Re che cercavano abitava in una casa povera? Che cosa si saranno detti Maria e i Magi?
Il Vangelo ci lascia con la curiosità, non ce lo dice. Però il racconto dell'evangelista Matteo si conclude con un particolare importante: "Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese."
I Magi riprendono il viaggio, ma stavolta seguono un'altra strada, una strada diversa.
E non può che essere così: dopo che si è incontrato Gesù non si può più essere come prima, non si può percorrere le strade vecchie, le strade di sempre! Bisogna seguirlo lungo strade sempre nuove!
Nella luce della festa di oggi ci rallegriamo perché tutti i popoli del mondo sono invitati a incontrare il Signore: Gesù manifesta a tutti, senza distinzioni, l'amore del Padre!
In questa giornata preghiamo in modo speciale per le persone che, come i Magi, sono alla ricerca di Dio e desiderano incontrarlo. Per noi è una grande responsabilità: infatti a noi, a tutti i credenti, è chiesto di essere per la gente del mondo come la stella cometa: con la nostra vita possiamo indicare a tutti il cammino per incontrare il Signore.

Commento a cura di Daniela De Simeis