Omelia (06-01-2007)
don Mario Campisi
Con i magi alla scoperta di Cristo

L'episodio dei magi presenta notevoli difficoltà. Quale la consistenza storica? Chi sono questi magi? Quanti? Quale paese si nasconde dietro la denominazione di Oriente? E quella stella che appare e scompare? E quei giudei con Erode in testa che si contentano di spedire i magi a Betlem senza muoversi? E' verosimile tutto ciò? Lasciamo sospesi i punti interrogativi e notiamo alcuni contenuti di ordine morale e spirituale.

La nascita di Gesù è segnalata da una stella. L'indovino Baalam aveva detto: "Ecco, lo vedo, ma non ora, lo contemplo, ma non da vicino. Da Giacobbe spunta una stella, da Israele si erge uno scettro" (Nm 24,17). Gesù è la stella, la luce.

Misteriosi personaggi muovono da lontano all'avventura per cercare quello che avevano intuito; i vicini, quelli di casa, che sanno persino dove la nascita doveva aver luogo, non fanno un passo. "Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto" (Gv 1,11).

Dopo tanto fulgore di stella i magi trovano un bambino uguale agli altri sulle ginocchia della madre; nella casetta tutto è semplice; il bambino non irradia luce; la madre e il padre sono gente del popolo.

I magi non vanno a mani vuote. Nei loro doni si sono visti dei simboli: la cosa significativa è il dono di sé. Il racconto rende ragione della conversione dei pagani e della ostinazione degli ebrei.

Ripartiamo con i magi alla scoperta di Cristo. Gli abitanti di Gerusalemme non sentirono il bisogno di andare a vedere il bambino. Così è per molti cristiani; credono di sapere abbastanza. Chi si ferma è perduto. Chi smette di cercare, di studiare è tagliato fuori: così per il medico, per il prete, per il professore, per ogni cristiano, a seconda del suo livello di intelligenza e di istruzione. Una pietà non alimentata dalla ricerca arrugginisce... Non esistono arrivati. Non esiste gente che non abbia bisogno di riscoprire. Rinuncia a cercare e rinnovarsi chi non vede al di là di una spanna dal proprio naso.

Alcuni ricercatori sono affetti da ingordigia. Riempiono il proprio magazzino per il solo gusto di riempirlo; non mettono il loro patrimonio a disposizione degli altri. In campo morale e spirituale chi immagazzina soltanto, perde; chi distribuisce si arricchisce; paradosso verissimo.

Il cristiano vuole scoprire Cristo per farlo scoprire agli altri. Circolo fecondissimo: più si dà e più si scopre, più si scopre e più ci si mette in condizione di dare. Proverbio siciliano: "Chiù dugnu, chiù sugnu"; cioè: "più dono, più sono".

I magi portano dono al bambino: possiamo andare a mani vuote? Quale dono portare? In genere si risponde: il cuore! Risposta un po' devozionistica. Portare la propria disponibilità agli stimoli dell'Epifania. Che devo fare, Signore? (At 22,10).