Omelia (06-01-2007)
LaParrocchia.it
"… prostratisi lo adorarono"

La solennità dell'Epifania del Signore è sempre circondata da un'atmosfera di gioiosa esultanza, sarà per i doni che porta ai bambini, sarà per i doni che riceve il Bambino. Comunque, è bello gustare sia la gioia di chi riceve ma anche di chi dona, la gioia di chi dopo un lungo cammino raggiunge la meta e soddisfatto del percorso fatto seduto goda in tutto la sospirata meta.

Come i Magi che, venendo da paesi diversi, si sono lasciati unire e guidare dal segno luminoso della stella. Erano alla ricerca di una buona notizia, di un evento straordinario o di un incontro particolare. Non lo sapevano, attraverso i loro attrezzi scientifici hanno scrutato il cielo e hanno capito che era arrivato il momento di partire. Da strade diverse verso la stessa meta. Il cielo non poteva nascondere loro il grande evento, si era appena squarciato per far discendere il Verbo della vita, il quale stava assumendo un corpo come il nostro. Nonostante le difficoltà, hanno raggiunto la meta. Di sicuro non si sono meravigliati, né fatto tante domande nel vedere un bimbo, avvolte in fasce giacente in una mangiatoia, davanti alla grotta di Betlemme. Sentivano che quel bambino, indicato dalla stella, sarebbe diventato il Re dei re. Allora senza troppi perché, si prostrano ai suoi piedi e lo adorano; solo dopo gli offrono i loro doni che diventano simboli dell'identità del Bambino: oro-regalità, incenso-divinità e mirra-sofferenza.

Quanti ancora oggi sono in cammino per incontrare il Signore, quanti sono alla ricerca e scrutano attraverso la scienza di oggi ogni cosa per incontrarlo in un risultato di vita. Pensiamo a quanti da anni sono alla ricerca per sconfiggere alcune malattie come il cancro e l'aids. Pensiamo anche a quelli che nonostante la semplice, forse troppo semplice, evidenza "la salvezza in un bambino" non riescono ad accettare perché non vanno aldilà della ragione.

Infine, pensiamo anche a noi stessi che forse di frequente passiamo davanti alla grotta di Betlemme e non riusciamo a piegarci per adorarLo. Ci preoccupiamo di tante cose e non ci lasciamo coinvolgere dalla semplicità di quel Bambino; arriviamo alla meta e non ci sediamo per gustarci l'evento. Allora, lasciamoci invadere dalla luce radiosa che esce dalla grotta di Betlemme ed impariamo a gustare la dolcezza e la bontà del Signore.