Omelia (06-01-2007) |
mons. Antonio Riboldi |
Abbiamo visto la stella "Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce: la gloria del Signore brilla su di te. Poiché ecco le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni, ma su di te risplende il Signore, la Sua Gloria appare su di te. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te" (Is 60, 1-5). E' la gioia che esplode nel profeta che 'vede' il giorno in cui Dio si mostra qui sulla nostra terra. Il giorno unico, meraviglioso di Dio che si mostra agli uomini, di ogni parte del mondo. Una manifestazione che ha luogo solennemente attraverso i Magi, i quali, "quando entrarono nella casa, videro il Bambino con Maria sua madre e prostratisi, Lo adorarono" (Mt 2, 1-12). "L'Epifania - afferma Paolo VI - occupa un posto importantissimo, perché presenta e celebra un avvenimento, o meglio una serie di avvenimenti, mediante i quali Dio si è rivelato in Gesù. È la festa della Rivelazione divina nella storia umana. È perciò la celebrazione che riguarda un fatto capitale, tanto nella successione delle vicende umane nel tempo, quanto negli avvenimenti interiori delle anime in ogni tempo. Dio esiste, ma è ineffabile, è misterioso. Ma Dio si è fatto conoscere. Da allora questa conoscenza si è proiettata sul panorama umano. Da allora questo panorama si è illuminato, l'umanità ha preso senso, coscienza, ordine, destino. Anzi, il destino dell'uomo è venuto a rallegrarsi con quel raggio di luce che Dio ha fatto discendere sopra la terra" (6 gennaio 1962). E' così grande l'evento Epifania, che la Chiesa ortodossa celebra il Natale oggi, perché è nei Magi, che rappresentano tutta l'umanità, senza alcuna esclusione, che Dio si mostra presente, vicino e chiama tutti. Da allora è davvero iniziata la storia tra Dio e l'uomo, la vera storia per cui siamo stati chiamati, la vera storia che definisce la nostra grandezza, la vera storia su cui tutti siamo chiamati a misurarci: Dio presente, vicino a noi, a ciascuno di noi. E il Vangelo racconta questa manifestazione di Dio, ieri, oggi, sempre: "Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, alcuni Magi giunsero da Oriente a Gerusalemme e domandavano: Dov'è il re dei Giudei, che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarLo" (Mt 2,3-12). Nel racconto del Vangelo risalta subito un fatto, che è il punto di partenza del cammino dei Magi. Forse conoscevano qualcosa della storia del popolo ebreo: storia in cui i Profeti annunciavano la venuta del Messia, destinato a dare un volto di verità, non solo alla storia, ma soprattutto alla vita dell'uomo. Diremmo oggi, che erano uomini assetati di verità, e quindi di Dio. Ed è in questa sete che si fa strada l'ineffabile chiamata di Dio. Dio si fa guida a questa sete...con una stella! Una stella che li accompagna ed indica la via verso Betlemme. E cosa o chi avrebbero trovato? Importante era mettersi in cammino. È proprio degli uomini, delle donne di buona volontà, assetati di verità, cercare la fonte dell'acqua viva, che tolga la sete. Quanti giovani, uomini, donne, sempre, anche nel nostro tempo, avvertono a volte un desiderio di Infinito, di Qualcuno che possa davvero riempire la vita. Non si lasciano spaventare dalle difficoltà che chiede la ricerca. La loro felicità inizia quando finalmente avviene l'incontro tra loro e Dio. Mi ha sempre colpito il libro confessione di un filosofo francese che, dopo aver cercato a lungo, finalmente incontra la Verità e scrive la sua esperienza nel libro: "Dio esiste, io l'ho incontrato". "E' impressionante - scrive Paolo VI nell'Epifania del 1962 - come oggi questo problema, ossia il problema religioso, nella sua vera natura e nella sua concreta soluzione, lasci indifferenti, diffidenti, ostili, tanti spiriti del nostro tempo. È impressionante notare il progresso dell'ateismo, dell'irreligiosità, dell'apatia religiosa nella civiltà contemporanea, ed anche nella nostra società. C'è chi dice che la religione è storicamente superata, chi praticamente inutile, chi nell'esperienza moderna irrepetibile. Così vediamo una moltitudine di persone che non si interessa più della religione e vive come se Dio non esistesse e a nulla giovasse, anche se esistesse...mettendo tra le notizie degne di nessun conforto, la incredibile Presenza del Figlio di Dio, tra di noi". Chi di noi ha avuto il dono dei Magi, di fare un cammino di fede, oggi si chiede pensosamente che senso si può dare alla vita senza la presenza del Padre che ci ama. La risposta è in quella solitudine che è un'amara esperienza di tanti. Non si può ignorare l'amore di Dio che, facendosi uomo, vuole diventare il solo sostegno e la sola gioia vera per l'uomo. "Questa vita cui non so dare un significato, è una croce che qualche maligno ha voluto mettermi in spalla... una croce ornata di tante cose inutili, che la rendono ancora più pesante. Non capisco chi me l'ha data". E' il ripetersi della storia di quanto hanno trovato i Magi, entrando a Gerusalemme: la città che aveva rifiutato un luogo dove Gesù potesse nascere: "Per Lui non c'era posto". La stessa città che, addirittura, trova 'pericolosa' la richiesta dei Magi: "Dov'è il re dei Giudei, che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti ad adorarlo". È la storia di una città che rifiuta anche l'idea che ci sia Qualcuno che valga più di tutto e di tutti, che è come dichiarare che la presenza di Dio è 'un pericolo', è qualcuno che non può soddisfare l'uomo nella sua ricerca di 'altro', che è tutto qui sulla terra. Ma è mai possibile che Dio, Colui che ci ha creato e ci vuole veramente bene, discretamente, come quel Bambino nella grotta di Betlemme, possa essere 'inutile' per l'uomo? Se ci guardiamo dentro, ma bene, non possiamo non scoprire che, anche se siamo coperti d'oro, ci sentiamo 'nudi'. Ci vuole altro per riempire il nostro cuore. Ci vuole davvero Dio. E ce lo dimostrano i 'tanti magi', ossia i santi, le anime davvero piene di Dio, che sono tra di noi ed hanno un perenne sorriso sulle labbra, che racconta l'immensa gioia di sapersi amati da Dio. Questa solennità di un Dio che si manifesta e chiama a Sé, nella sua grotta, inevitabilmente suggerisce a tutti come i Magi, provenienti dall'Oriente, studiosi degli astri, fossero dei 'cercatori' di Qualcuno che avesse sede in Cielo, ossia un Dio a loro sconosciuto. In loro Dio ha posto la fede, ossia la fiducia e la speranza che, se vi era questo 'bisogno di risposte', questa aspirazione interiore, certamente in qualche modo questo Dio si sarebbe manifestato. E Dio manda la sua stella, che fa da guida e li accompagna fino alla grotta. Così commenta il grande Paolo VI: "Potremmo fortunatamente fare un elenco di fatti, che ancora parlano come 'stelle o segni' del misterioso mondo religioso. Vi sono i segni a cui la mentalità moderna è ancora sensibile per trarre argomento della realtà religiosa nascosta e da quei segni fatta palese. La storia dei convertiti - ed anche il nostro tempo registra magnifiche storie di conversioni alla fede cattolica - documenta l'esistenza, la verità e l'efficacia di alcuni segni, i quali hanno svelato segreti e confermato avvenimenti di carattere religioso. Lo Spirito Santo vibra ancora nel tessuto della esperienza umana e di tanto in tanto ferisce con la Sua Luce amorosa il cuore degli uomini, specialmente se questi sono in stato di 'buona volontà' e cioè di retto ed onesto impiego delle loro facoltà spirituali. E i segni della manifestazione di Dio nel mondo sono tuttora molti per chi li sa e li vuole osservare. Grande e primo segno è la Chiesa, testimone perenne di Cristo, e fatto parlante della Sua realtà storica e spirituale. Grande segno oggi è la carità, la carità vera nelle sue più umane ed antiche manifestazioni, ed anche nelle sue umili e silenziose sembianze, quando tanta cordiale bontà e tanta gentile bellezza irradi attorno a sé da suscitare nell'osservatore la domanda: donde mai questa luce?" (Festa dell'Epifania, gennaio 1962). Occorre veramente avere la capacità di chiudere una buona volta gli occhi alle false stelle del mondo, che attirano e non sai dove ti portano, ed alzarli al di sopra di questo povero mondo... e sarà facile vedere un cielo pieno di stelle, che conducono tutte a Gesù. Potremmo essere anche noi, con la nostra fede, la nostra testimonianza, 'stelle' per chi ci sta intorno. E non è forse stupendo anche solo pensare che qualcuno guardi a te e veda in te 'la stella' che cercava e conduce a Gesù, e quindi a una vita che sia, come per i Magi, 'una grandissima gioia'? Noi siamo abituati a chiamare 'stelle' le bellezze del cinema, della TV, della ricchezza, o di quanto altro. Ma sono vere 'stelle'? Noi non abbiamo bisogno di cercare e trovare ciò che lascia solo un grande vuoto nell'anima. Credo proprio che tutti voi, miei carissimi amici, che mi siete vicini, sentiate la voglia di trovare 'la stella di Dio'. Ricordo una Epifania nel Belice, tra le baracche. Venne meno l'elettricità e la sola luce era un cielo incredibilmente stellato. Era difficile essere lieti. Passeggiando tra le baracche, come a condividere anche questa sofferenza, dissi ad un gruppo di persone, affacciate sulle porte: 'Ci manca tutto'. Mi risposero: 'Finché lei è tra di noi, sappiamo di avere una buona stella'. Provai una gioia intensa e profonda. |