Omelia (06-01-2006)
don Maurizio Prandi


Epifania vuol dire manifestazione, quindi oggi il Signore si manifesta a noi, ma non solo... è la festa dell'universalità, dell'incontro del Dio-Bambino con tutte le genti rappresentate dai Magi. Questo incontro avviene dopo un cammino, certamente lungo e molto particolare. Un cammino certamente notturno, perché è difficile immaginare che si possa seguire una stella di giorno! Ma cosa è la notte? Alla notte di solito associamo esperienze negative e lo stesso evangelista Giovanni dice che le tenebre non hanno accolto la luce... le tenebre si sono contrapposte alla luce. Oggi però possiamo affermare, stando al vangelo che abbiamo ascoltato, una verità importante anche per noi: parlando di Dio e pensando a Lui, non sempre possiamo spiegare tutto e non sempre possiamo tradurre le nostre riflessioni in definizioni chiare e precise, perché Dio non si lascia mai definire. Il cammino dei Magi nella notte è un poco il nostro cammino, cammino spesso fatto a tastoni, cammino spesso fermato dal dolore, cammino spesso rallentato dal dubbio, con l'unica chiarezza che è data da una stella, da una intuizione che però dobbiamo saper leggere bene perché ci rimanda oltre ogni nostra possibile certezza. I Magi dovevano aver provato proprio questa sensazione quando, certi di trovare il Re neonato nel palazzo di Erode, si sono accorti che Dio non abitava lì, né nel palazzo del re, né nella grande città. Un desiderio guida i Magi nella notte, una domanda abita il loro cuore: Dov'è il Re dei Giudei che è nato? Credo sia una domanda importante anche per noi questa, e credo che sia opportuno ritradurla per la nostra vita di fede: Dove trovo i criteri per la mia vita? Dove trovo i criteri per collaborare in modo responsabile all'edificazione del presente e del futuro del mondo? Di chi posso fidarmi? A chi posso affidare la mia vita? Sono le stesse domande che il papa questa estate ha posto ai giovani durante l'incontro di Colonia. Belle perché sono le domande di chi non ha tutto chiaro per la sua vita, di chi, all'interno di un mondo che programma ogni più piccola cosa sa lasciare spazio alla sorpresa e all'intervento di Dio nella propria e altrui vita. Dio è luce, ma questa emerge dal seno delle tenebre. E' nella notte che brilla qualche stella che indica il cammino. Quando si ha la fortuna di essere raggiunti dal messaggio di una stella (e le stelle nella nostra vita possono essere tante: testimonianze esemplari, voci profetiche, sollecitazioni interiori dello Spirito), è importante mettersi in viaggio, alla ricerca (L. Pozzoli). Il viaggio, quando diventa pellegrinaggio, apre appunto alla sorpresa... per i Magi la prima sorpresa è quella di non trovare il Re nel suo palazzo e la seconda sorpresa è di trovare quello che mai avrebbero immaginato... si, perché cercavano la rivelazione di un re e si sono trovati di fronte a Dio. Trovano la regalità nella povertà, la grandezza nell'umiltà, il mistero di Dio nella dimensione così umana di un bambino appena nato. Un Dio che dice che la gloria sta nella piccolezza e in quel momento hanno capito quanto era piccolo Erode, ridicolo nella sua grandezza soltanto umana.
Quanto è ridicolo l'uomo quando si sente grande.
Quanto è ridicolo l'uomo quando si sente onnipotente.
Quanto è ridicolo l'uomo quando, spocchioso e pieno di boria, pretende di insegnare agli altri come devono vivere.
Ma forse non è ridicolo, fa soltanto pena nella sua presunta forza e grandezza... fa soltanto pena.
Bello invece scoprire che l'infinita grandezza può nascondersi sotto le forme della più umile semplicità. Concludo leggendo un passo di don L. Pozzoli che credo possa aiutarci in questa solennità che segna in un certo senso la fine delle feste di Natale... lo leggo nella speranza che non si concluda un cammino, ma che al contrario, come per i Magi possa cominciare, per ognuno di noi un cammino interiore fatto di intimità e prossimità con Dio: i Magi hanno anche capito dove sta la vera grandezza dell'uomo. E' grande chi riesce a sollevare lo sguardo verso l'alto e si lascia guidare dalla luce di qualche stella. E' grande chi sa intuire il mistero divino nascosto nell'esiguità dell'infanzia. E' grande chi è capace di farsi piccolo e di inginocchiarsi davanti a chi è piccolo. L'Epifania, che è rivelazione dell'umiltà del nostro Dio (per cui il cristianesimo è una religione non omologabile a nessun' altra), è anche rivelazione della vera grandezza dell'uomo.
I Magi dovrebbero essere visti come figure esemplari, capaci di guidare un pellegrinaggio di conversione per tanti tra noi che preferiscono sostare nei palazzi dei vari Erodi di questo mondo (o anche degli scribi o dei sommi sacerdoti), là dove si annusa odore di prestigio umano, dimenticando che la meta del nostro camminare è altrove: è là dove si fa qualche gesto di donazione e di umiltà, è là dove si coglie ogni occasione propizia per conoscere e vivere la volontà del Signore, che è l'unica cosa che conta.