Omelia (06-01-2007) |
padre Raniero Cantalamessa |
Spetta a noi scoprire e valorizzare i segni della presenza di Cristo nel mondo "Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella guida i magi al presepe, oggi l'acqua è mutata in vino alle nozze di Cana, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza". Con queste parole, la liturgia descrive il contenuto della festa odierna; esso consiste nella triplice rivelazione di Cristo: ai magi, alle nozze di Cana e nel battesimo di Gesù nel Giordano. Ciò che indusse, fin dai tempi più remoti, a riunire questi tre eventi in una sola festa è il loro significato comune di manifestazione (in greco: epifania). Gesù in essi si rivela progressivamente per quello che è in realtà, cioè il Messia e il Salvatore. Cristo si rivela a ogni popolo e a ogni categoria di persone con segni ad essi appropriati e comprensibili. Ai semplici pastori, manda un angelo; ai sapienti, abituati a scrutare il corso degli astri, manda una stella; per i giudei, attaccati ai segni, dà un segno, cioè un miracolo: muta l'acqua in vino. Con quali segni Cristo si manifesta agli uomini del nostro tempo? Il Concilio Vaticano II ha dedicato una grande attenzione ai "segni dei tempi" (Gaudium et Spes, n. 11). Fra essi pone il senso di solidarietà e di interdipendenza che si va sviluppando tra i popoli, l'ecumenismo dei cristiań i, la promozione dei laici, la liberazione della donna, il senso nuovo della libertà religiosa. Quando Gesù parlava dei "segni dei tempi", intendeva soprattutto i segni messianici: "I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella" (Mt. 11, 5). Ci sono oggi di questi segni? Certo che ci sono! Ciechi che ricuperano la luce della fede e della speranza al contatto con la parola di Dio; zoppi spirituali (e talvolta anche corporali) che si alzano e camminano; prigionieri di sé, del male o degli uomini che si liberano dalle catene; gente, insomma, che per la potenza di Cristo e del suo Spirito si converte e vive. Gesù insiste in particolare su uno di questi segni: "Ai poveri è annunziata la buona novella" (Lc. 7, 22). Non è un segno che è all'opera nella Chiesa quest'ansia, così tipica della nostra epoca, che la buona novella giunga ai poveri? Forse noi oggi siamo in grado di scoprire un significato nuovo in quel detto di Gesù: "Me non mi avrete sempre con voi, ma i poveri li avrete sempre" (cf. Mt. 26, 11); come dire: quando io non sarò più con voi fisicamente, ci saranno i poveri che mi rappresenteranno: fate ad essi quel che vorreste fare a me! L'andata del Vangelo ai poveri può apparire talvolta troppo lenta e incerta e non sempre coerente, ma sarebbe ingiusto negare che in tutta la Chiesa è in atto un interessamento, uno zelo e - ciò che è anch'esso un segno positivo - un rimorso a riguardo dei poveri, siano essi individui o interi popoli. È una coscienza nuova che "manifesta" la potenza della parola di Cristo. Questi alcuni dei segni dell'Epifania di Cristo che continua intorno a noi. A ognuno, il compito di scoprire e valorizzare questi segni e diventare, lui stesso, un segno della presenza di Cristo nel mondo! |