Omelia (09-01-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Sl 8,5-7; Eb 2,6 Dalla Parola del giorno Che cosa è l'uomo perché te ne ricordi, il figlio dell'uomo perché te ne curi? L'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi. Come vivere questa Parola? Queste espressioni celebrano oggi, nel salmo responsoriale, la grandezza dell'uomo a cui Dio ha consegnato l'universo e, nella prima lettura (il proseguimento della lettera agli Ebrei) le qualità umane di Gesù per cui Dio "nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso". All'autore sacro preme qui sottolineare la piena umanità di Cristo. Già nei primissimi secoli infatti l'eresia di Ario venne negandola, svuotando così il senso dell'Incarnazione e, di conseguenza, il nostro essere liberati dal peccato. Per me, oggi, è rassicurante questa parola che tesse l'elogio dell'uomo, della mia stessa dignità e grandezza come specchio della splendida umanità di Gesù. Egli - dice ancora il testo odierno – "reso perfetto mediante la sofferenza" è "il capo che guida alla salvezza". E per noi che abbiamo per così dire "stracciato" e deturpato la nostra dignità umana col peccato, salvezza vuol dire anzitutto recupero di quel che Dio ci ha fatto "coronandoci" di "gloria e di onore" fino a concederci il potere di assoggettare il creato. Oggi, nel mio rientro al cuore, mi soffermerò a sperimentare due ragioni di gioia. La prima è quella di avere in Gesù un Dio che per me si è fatto pienamente uomo fino alla morte (e che morte!) perché io sia strappato al male. La seconda sta nel contemplare la dignità e grandezza dell'uomo (la mia dignità!) che Gesù ha ricuperato col "salatissimo" prezzo della sua morte. Pensarci è importante e consolante! Essere coerenti a questa dignità e grandezza, con scelte attente a ciò che Dio vuole, lo è ancora di più. La voce di un poeta "Signore, Dio dei soli, io per lodarti che cosa sono? Atomo nell'immensità, minuto nell'eternità, ombra che passa e che non è più...Io sono un nulla, Signore, ma la tua sete mi divora; l'uomo è niente, mio Dio; ma questo niente è grande perché ti adora ". John Dryden |