Omelia (12-01-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Eb 4,2-3 Dalla Parola del giorno Anche a noi [...] è stata annunziata una buona notizia; purtroppo però a quelli la parola udita non giovò in nulla, non essendo rimasti uniti grazie alla fede con coloro che avevano ascoltato. Infatti possiamo entrare in quel riposo solo noi che abbiamo creduto. Come vivere questa Parola? La buona notizia di cui parla questo tratto della lettera agli Ebrei riguarda anzitutto quel "riposo" nella "terra promessa" che è la vita eterna. Il Paradiso verso cui camminiamo, pellegrini, in quel "deserto" accidentato che è la vita quaggiù, non è una favola per bimbetti da tener buoni, ma la sostanza del nostro credere e sperare: il "riposo", cioè la gioia di Dio in cui entreremo per sempre. C'è però un secondo livello di lettura della Parola sacra che ci conduce a cogliere un altro ricco significato. Nel "riposo di Dio", già qui e ora, io posso entrare se la dinamica del mio vivere profondo è la fede. Più volte infatti, nel Vangelo di Giovanni leggiamo: "Chi crede ha la vita eterna". Il che significa che nel riposo di Dio, nella sua pace e gioia io posso entrare ogni volta che, con un movimento spirituale divenuto pian piano una mia seconda natura, entro nel profondo di me, nel mio cuore abitato da Dio. La Trinità SS.ma è il mio cielo e il mio riposo, ogni volta che, esercitando la mia fede, prendo contatto con la Grande Presenza. Oggi, ricordando che uno dei più vistosi mali contemporanei è l'ansia dentro un ritmo di vita spesso frenetico, ne prendo distanza con la mia pausa contemplativa come esercizio di accesso al riposo di Dio. Mi rilasso a livello fisio-psico-spirituale. Per un tempo ben preciso, respiro profondamente. Entro consapevole nel ritmo della inspirazione ed espirazione verbalizzando a lungo: In Te – con Te; In Te – con Te. La voce di un maestro spirituale Quando scendiamo nel nostro cuore, siamo a casa nostra; quando non conosciamo questa dimora, siamo dei senza tetto. Teofane il Recluso |