Omelia (13-01-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Fratelli, la Parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di una spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui [...]. Noi non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, come noi, escluso il peccato. Come vivere questa Parola? Qui la lettera agli Ebrei nell'esaltare tutta la forza e l'efficacia penetrativa della Parola di Dio che mette a nudo le parti più intime del cuore, con un rapido passaggio di pronome ci rende avvertiti che la Parola è Gesù. Ci persuade poi a proposito di quella sua potenza e autorevolezza che pure nel Vangelo di oggi, Marco illustra dicendo: "Tutta la folla veniva a lui ed egli l'ammaestrava" (Mc 2,13). Ecco però il rapido passaggio, quasi un inatteso colpo di scena. Questa Parola che è spada di verità, questo Gesù la cui autorevolezza domina e affascina e fa' chiarezza nei cuori, è però Colui che può comprendere in pieno le nostre infermità di ogni tipo perché "lui stesso è stato messo alla prova, in ogni cosa, come noi, escluso il peccato" (v. 15). A rendere plastica, evidente quest'affermazione è la scena del Vangelo odierno dove Gesù siede a mensa con gli amici di Levi che sono "peccatori e pubblicani". Agli scribi e farisei che se ne meravigliano scandalizzati, Egli dice: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati; non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori" (Mc 2,17). Oggi, troverò un tempo nella giornata per lasciare che questa stessa Parola mi penetri come spada a fare la verità nel mio cuore. Lascerò che metta a nudo certi sentimenti che io stesso detesto negli altri (invidia, rancore, gelosia, avarizia, ecc.) ma che spesso s'annidano, ben celati, anche in me. Però poi li consegnerò a Gesù Presente nelle profondità del cuore, lì a chiamare me che mi vedo e mi riconosco peccatore, lì a voler tutto il mio bene, la mia conversione. La voce di un antico Papa, padre apostolico Gesù ha compiuto con noi una grande opera di misericordia [...]. Pertanto diamogli gloria con le nostre opere evitando l'adulterio la calunnia l'invidia l'avarizia, vivendo nella bontà e nella compassione. San Clemente Romano |