Omelia (11-01-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1Gv 5,12-13 Dalla Parola del giorno Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio. Come vivere questa Parola? La "lieta notizia" del Vangelo e di tutto il Nuovo Testamento sta proprio qui. Non ha niente a che fare con astruse concezioni di pensieri con astrazioni o magie. Niente di più concreto di questo: hai il Figlio? Cioè hai accolto nel tuo cuore il suo modo di rapportarsi al Padre e agli uomini, suoi fratelli? Hai fiducia in Lui? Allora vivi una qualità di vita autentica. Non solo ma spalanchi la tua esistenza su un orizzonte in cui la vita eterna sarà il perdurare di una pienezza, di una felicità senz'ombra. Si tratta dunque di CREDERE nella potenza del nome di Gesù che, come Figlio di Dio, sgomina il male, lo distrugge fino alle radici, proprio assumendolo su di sé nella sua passione morte e risurrezione. Non a caso, proprio nel Vangelo di oggi, Gesù è interpellato da un portatore di un male orribile, soprattutto a quei tempi: la lebbra. "Se vuoi – gli dice il lebbroso – tu puoi mondarmi". E Gesù, subito a replicare: "Lo voglio, sii mondato". È questa volontà che è onnipotenza liberatrice: quella in cui crediamo rivolgendoci a Gesù. Abbiamo la vita, abbiamo Lui, ma nella misura in cui crediamo. Oggi, nella mia pausa contemplativa, ancora dimoro con gioia nel mistero del Natale: questo incarnarsi della onnipotenza del Verbo che si fa debolezza e abbraccia la lebbra del peccato fino a "scontarlo" con la sua morte, solo per una ragione: perché io abbia la vita. E mi chiedo: davvero credo concretamente, dentro le situazioni della giornata, a Gesù? È presente nel mio pensiero, è invocato dal mio cuore, è la grande scommessa del mio avere fiducia e serenità sia nelle cose facili che in quelle difficili? O Gesù, siimi Gesù! Che significa: Salvami! La voce di un antico abate La continua invocazione di Gesù con un desiderio ricolmo di dolcezza e di gioia fa sì che il cielo del cuore, per l'estrema attenzione, sia colmo di gioia e di pace Esichio presbitero |